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Scanno: il Catenaccio, un corteo nuziale tra memoria e futuro.

A Scanno, nel cuore dell’Abruzzo, si perpetua un rituale di profonda valenza culturale: la rievocazione del “Ju Catenacce”, un corteo nuziale ancestrale che trascina con sé echi di un passato in cui la comunità si compattava attorno al sacro vincolo del matrimonio.

Più che una semplice rappresentazione, è un atto di resistenza alla globalizzazione, un tentativo di preservare l’identità di un borgo sospeso nel tempo.
Fino a poco più di due decenni oramai lontani, il costume tradizionale scannese, con la sua ricchezza di simbolismi e la maestria artigianale che lo contraddistingue, era un elemento vivo nel tessuto sociale.
Donne di tutte le età lo indossavano quotidianamente, esaltandone la bellezza e onorando un patrimonio secolare.

Oggi, l’eredità di questa usanza è affidata a due custodi preziosi: due donne novantenni che, con la loro presenza quotidiana, mantengono viva la fiamma della tradizione, incarnando la memoria di un’epoca ormai svanita.

Il “Catenaccio”, che si rinnova ogni 14 agosto, assume un significato ancora più rilevante alla luce del percorso di candidatura UNESCO per il costume scannese.

L’iniziativa, promossa dalla Fondazione Fasti in collaborazione con l’amministrazione comunale, ambisce a riconoscere la straordinaria importanza di questo abito come patrimonio immateriale dell’umanità, un’espressione autentica dell’ingegno e della sensibilità abruzzese.
La raccolta firme, gli eventi e i convegni che animano questi giorni testimoniano l’entusiasmo e la consapevolezza della comunità, impegnata a sostenere questa aspirazione.

L’interesse per Scanno non si limita ai confini nazionali.
Da oltreoceano, una coppia di discendenti di emigrati scannesi ha voluto celebrare il proprio matrimonio nel borgo delle origini, un gesto commovente che sottolinea la forza del legame con le proprie radici, anche a distanza di generazioni.
Pur non parlando la lingua italiana e non avendo mai vissuto in Italia, hanno scelto di abbracciare la tradizione, indossando l’abito tipico scannese come simbolo di appartenenza.

Il corteo del “Catenaccio” è una riproposizione fedele di un’antica usanza: un tempo, accompagnava gli sposi dalla chiesa alla nuova dimora, percorrendo le vie più pittoresche del borgo.
Immagini evocative di questo corteo hanno immortalato l’anima di Scanno, grazie all’obiettivo di fotografi di fama mondiale come Gianni Berengo Gardin, autore del celebre volume “Scanno.

Un paese che non cambia”, Henri Cartier-Bresson, Ferdinando Scianna e Hilde Lotz-Bauer, che, con la loro arte, hanno contribuito a rendere celebre la bellezza e l’autenticità di questo angolo d’Abruzzo, anticipando, in alcuni casi, le tecniche della fotografia di strada.
Oggi, il “Catenaccio” è più di una semplice rievocazione; è un atto d’amore verso le proprie radici, un invito a preservare la memoria e a trasmetterla alle future generazioni, affinché il borgo delle origini continui a brillare come un faro di identità culturale.

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