Siamo di fronte a un disastro epocale, un’epidemia silenziosa che ha scelto di colpire in modo indiscriminato le vite delle persone, senza alcuna discriminazione di età, sesso o condizione sociale. La strage non è più solo una cifra statistica, ma un quotidiano susseguirsi di storie umane spezzate e famiglie devastate.La logica della sopravvivenza economica sembra aver assunto il potere supremo, facendo sì che la vita umana venga considerata un bene da contare solo in termini di costo-beneficio. I dati sulla sicurezza sul lavoro diventano sempre più gravi: morti in incidenti e malattie professionali segnano la scia di un modello economico che sembra non aver nulla a che spartire con l’idea stessa di persona.L’avvocato dei diritti dei lavoratori, Maurizio Landini, non si fa sfuggire l’opportunità per esprimere tutta la sua disperazione e indignazione nei confronti di un sistema che sembra incapace di apprezzare il valore della vita umana. “La logica del profitto è quella a guidare questa cruenta macchina – commenta Landini con tono di urgenza -, ma questo non significa affatto che l’uomo debba diventare mero strumento per ottenere maggiore guadagno.”Per lui, il segretario della Cgil, è fondamentale che si inizi a comprendere che la vita umana non sia qualcosa di valutabile solo secondo le regole del mercato. “Il modello di fare impresa va profondamente cambiato – ribadisce con tono di ferma determinazione -, e al suo posto deve tornare l’idea della persona. Serve una rivoluzione culturale per rendere la vita umana il centro dell’economia, non solo un bene da sfruttare per ottenire guadagno”.
La macchina del profitto uccide le persone: disuguaglianza e mercato sono un disastro.
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