La crescente tensione attorno al progetto “Linea Adriatica”, il gasdotto Snam destinato a collegare la Puglia all’Emilia-Romagna attraversando il territorio abruzzese, si intensifica con una forte presa di posizione da parte del Consiglio regionale. Al di là del contrasto politico che anima l’assemblea, l’approvazione unanime di una risoluzione, promossa dall’esponente dem Pierpaolo Pietrucci, segnala un dissenso profondo e trasversale che investe l’intera comunità abruzzese.La decisione del Consiglio non si limita a un semplice rifiuto formale; essa rappresenta una chiara istruzione per la Giunta regionale, guidata dal centrodestra, di opporsi attivamente al progetto in ogni foro istituzionale. Questa posizione riflette una crescente preoccupazione che va ben oltre le dinamiche di partito, toccando temi cruciali per il futuro del territorio.L’obiezione abruzzese non è solo una questione ambientale, sebbene la sensibilità ecologica giochi un ruolo significativo. Il progetto “Linea Adriatica”, per la sua stessa natura, solleva interrogativi complessi riguardanti la sicurezza, la vulnerabilità del territorio – già segnato da eventi sismici e dalla fragilità dei suoi ecosistemi – e le reali alternative energetiche a disposizione. La presenza di un’infrastruttura di queste dimensioni comporta rischi potenziali, stimolando un dibattito urgente sulla gestione delle emergenze e sulla responsabilità collettiva.Inoltre, la decisione del Consiglio regionale si inserisce in un contesto più ampio di revisione delle politiche energetiche nazionali e comunitarie. La transizione verso fonti rinnovabili e la necessità di decarbonizzare l’economia impongono una riflessione critica sulla convenienza di nuove infrastrutture basate su combustibili fossili. L’Abruzzo, regione con un forte potenziale in termini di energia solare, eolica e idroelettrica, si pone di fronte alla necessità di valorizzare le proprie risorse locali e di promuovere un modello di sviluppo sostenibile, anziché dipendere da infrastrutture energetiche obsolete e potenzialmente dannose.La risoluzione del Consiglio regionale, quindi, non è solo un atto di opposizione, ma un segnale forte per il Governo nazionale e per Snam: un invito a riconsiderare il progetto, a valutare attentamente l’impatto ambientale e sociale, e ad ascoltare le voci delle comunità locali, che aspirano a un futuro energetico più sicuro, più pulito e più equo. La battaglia per il futuro dell’Abruzzo si gioca anche, e soprattutto, sulla capacità di proteggere il proprio territorio e di orientare le scelte energetiche verso un modello di sviluppo veramente sostenibile.
Linea Adriatica: l’Abruzzo dice no, un futuro energetico in discussione.
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