La Riscoperta di un’Eredità Agricola: Biodiversità, Identità e Paesaggio nella Maiella OrientaleUn’iniziativa coraggiosa e lungimirante si sta sviluppando nel cuore della Maiella orientale, provincia di Chieti, un progetto che trascende la semplice produzione vinicola per abbracciare la salvaguardia di un patrimonio culturale, biologico e paesaggistico inestimabile. Si tratta di un impegno sinergico tra la Bio Cantina Sociale Orsogna, il Parco Nazionale della Maiella e i comuni di Lama dei Peligni, Civitella Messer Raimondo, Altino e Montenerodomo, volto alla valorizzazione di vitigni autoctoni, spesso dimenticati o sull’orlo dell’estinzione, come il Ghiuppitte de Mundeneire, la Middialonghe e l’Uva Dellacea.Questo progetto non è un’operazione di mero revival, ma un vero e proprio atto di resilienza. La coltivazione di questi vitigni antichi rappresenta un anello di congiunzione con un passato contadino ricco di saperi e tecniche agronomiche tramandate di generazione in generazione. Queste varietà, adattate alle aspre condizioni pedoclimatiche delle aree montane e pedemontane, incarnano una forma di agricoltura sostenibile, intrinsecamente legata al territorio e alla sua biodiversità. L’impegno si estende al recupero di un paesaggio agrario modellato secoli di lavoro umano, un mosaico di terrazzamenti, boschi e vigneti che racconta una storia di profonda connessione tra uomo e natura. Il progetto “Pe’ nin perde la sumente”, in collaborazione con la Banca del Germoplasma, si configura come un vero e proprio programma di conservazione della biodiversità, mirato non solo alla salvaguardia dei vitigni, ma anche alla tutela della flora spontanea, della fauna e degli ecosistemi locali. Un elemento particolarmente suggestivo di questa iniziativa è l’utilizzo della Grotta del Cavallone, lungo la Valle di Taranta, per l’affinamento dei vini prodotti con questi vitigni recuperati. Questo luogo, di straordinaria bellezza paesaggistica, ha ispirato Gabriele D’Annunzio nella creazione della sua tragedia pastorale “La figlia di Iorio”, elevandolo a simbolo letterario e turistico.La Bio Cantina Sociale Orsogna, con i suoi 300 soci operativi e 1.500 ettari di vigneto, si pone come leader in Abruzzo e in Italia nella viticoltura biologica e biodinamica, promuovendo un modello di agricoltura rispettosa dell’ambiente e attento alla qualità del prodotto. L’enologo e direttore della cantina, Camillo Zulli, sottolinea come le montagne siano delle vere e proprie “casseforti” della biodiversità, custodi di un patrimonio genetico inestimabile. Il lavoro di riscoperta ha già portato alla luce varietà come il ‘Nero antico di Pretalucente’ e la ‘Vedovella’, testimonianze di un’agricoltura tradizionale che necessita di essere preservata.L’iniziativa, fortemente sostenuta dal Parco Nazionale della Maiella, si inserisce nella Strategia Nazionale delle Aree Interne (Snai), un programma volto a contrastare lo spopolamento e a promuovere lo sviluppo economico di territori marginali. Il direttore del Parco, Luciano Di Martino, evidenzia come la collaborazione con la Bio Cantina Sociale Orsogna permetta di recuperare terreni abbandonati, incentivando attività agrosilvopastorali compatibili con la tutela dell’ambiente e la valorizzazione del paesaggio. Si tratta di un investimento nel futuro, per garantire la continuità di un’eredità culturale e ambientale di inestimabile valore. L’etnobotanico Aurelio Manzi, presente all’evento, testimonia l’importanza di preservare questo legame profondo tra uomo e territorio.
Maiella: Riscoperta di Vitigni Antichi e Biodiversità
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