Vertenza Coop Etruria: rischio posti di lavoro e servizi nel Centro Italia

La rete di Coop, pilastro dell’economia di numerose comunità nel centro Italia, è scossa da una vertenza che rischia di compromettere l’occupazione di centinaia di persone e di ridisegnare profondamente il suo assetto territoriale.
Giovedì 18 dicembre, i sindacati Filcams CGIL, FISASCAT CISL e UILTUCS hanno proclamato uno sciopero nazionale che coinvolgerà tutti i punti vendita di Unicoop Etruria, un segnale forte di protesta contro le decisioni contenute nel nuovo piano industriale delineato a seguito della complessa operazione di fusione tra Coop Centro Italia e Unicoop Tirreno.

Questo piano, presentato come motore di rinnovamento e ottimizzazione, si rivela, agli occhi dei sindacati e dei lavoratori, un’operazione che sacrifica il benessere delle persone sull’altare di una presunta efficienza.
Le misure previste, descritte come “drastiche riduzioni” di personale amministrativo – circa 180 unità distribuite tra le sedi di Vignale e Castiglione del Lago – e la cessione di 24 punti vendita sparsi tra Toscana, Lazio, Umbria, Marche e Abruzzo, sollevano serie preoccupazioni sulla tenuta sociale ed economica del territorio.
L’impatto di queste scelte non è teorico: si tratta di 340 lavoratrici e lavoratori che si vedono minacciati di perdita del posto, in un contesto già segnato da precedenti crisi aziendali, come nel caso dei punti vendita di Sulmona e Celano, realtà periferiche e vulnerabili che rischiano di perdere un’ancora di sviluppo.

La cessione di questi punti vendita non è solo una questione occupazionale, ma anche una perdita di servizi essenziali per le comunità locali, con ripercussioni sulla vitalità commerciale e sociale del territorio.
In risposta a questa situazione, è previsto un importante presidio a Sulmona, a partire dalle ore 10, davanti al centro commerciale che ospita il punto vendita Coop.
L’obiettivo è quello di sensibilizzare l’opinione pubblica e di sollecitare un intervento urgente da parte delle istituzioni.

I sindacati rivendicano la necessità di un tavolo di confronto nazionale, non un mero esercizio formale, ma un vero e proprio spazio di dialogo in cui le parti coinvolte possano discutere apertamente e trovare soluzioni condivise che mettano al centro la salvaguardia dei posti di lavoro, il rispetto dei diritti contrattuali e la garanzia della presenza di Coop nei territori più fragili, come quelli della provincia dell’Aquila.
Questa vertenza non riguarda solo i lavoratori di Coop, ma l’intera comunità, perché mette in discussione il modello di sviluppo del territorio e la capacità di costruire un futuro sostenibile e inclusivo.
Il futuro di Coop, e con esso quello di molte famiglie e comunità, è appeso a un filo.

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