lunedì 28 Luglio 2025
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Abruzzo, sul suicidio medicalmente assistito: un dibattito delicato e complesso

L’aula del Consiglio regionale d’Abruzzo si è recentemente trovata a confrontarsi con una questione di straordinaria delicatezza e complessità: la regolamentazione dell’assistenza sanitaria al suicidio medicalmente assistito.
L’iniziativa, che mirava a delineare procedure e tempistiche per l’erogazione di questo tipo di assistenza a livello regionale, solleva interrogativi profondi sul diritto all’autodeterminazione, sulla tutela della vita e sul ruolo dello Stato.

La prospettiva di un’approvazione, che avrebbe posizionato l’Abruzzo come seconda regione, dopo la Toscana, a legislare in materia, appare tuttavia incerta.

Fonti interne alla maggioranza politica, guidata dal Presidente della Giunta Marco Marsilio e dal Presidente del Consiglio regionale Lorenzo Sospiri, indicano una tendenza a non perseguire un intervento legislativo in un ambito di competenza nazionale, considerando inoltre la probabilità di un successivo ricorso al giudizio di legittimità costituzionale da parte del governo centrale.
Questa eventualità evidenzia una più ampia questione di sovrapposizione di competenze e la necessità di un quadro normativo nazionale più chiaro e coerente.
L’iter legislativo, finora, ha visto un percorso travagliato.

Il progetto di legge, frutto di un’iniziativa popolare, non ha ottenuto l’approvazione in sede di commissione.
La procedura d’urgenza con cui è stato inserito nell’ordine del giorno riflette l’imperativo temporale imposto dalla normativa regionale, che stabilisce un termine massimo di dodici mesi dalla presentazione per la discussione in aula.

Un termine che, in questo caso, rischia di scadere senza una pronuncia definitiva.

La discussione ha assunto una nuova intensità grazie all’appello lanciato da Riccardo Ververi, coordinatore della campagna ‘Liberi Subito’, promossa dall’associazione Luca Coscioni.
In questa occasione, Ververi ha riconosciuto l’impegno di figure politiche come Marco Marsilio e Luciano D’Amico, sottolineando l’importanza dello strumento dell’iniziativa popolare come espressione diretta della volontà cittadina.

Questo strumento, utilizzato per la prima volta in Abruzzo, ha richiesto un intenso lavoro di raccolta firme, autenticazione e certificazione a livello comunale, testimoniando l’impegno civico che anima la campagna.
Il dibattito che si è sviluppato, e che si prevede si riaccenda con forza, non può essere confinato in logiche partitiche.

Si tratta di un tema che tocca le corde più profonde dell’individualità e del rispetto della dignità umana, richiedendo un approccio trasversale, che metta al centro la libertà di coscienza e la responsabilità individuale.

Ogni scelta, in materia, deve essere compiuta in piena consapevolezza, nel rispetto della libertà altrui e nell’ambito di un quadro giuridico che garantisca la tutela dei diritti fondamentali di tutti.

La questione del fine vita non può essere ridotta a una mera disputa politica, ma deve stimolare una riflessione etica e sociale più ampia, che coinvolga l’intera comunità.

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