venerdì 22 Agosto 2025
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Comune di L'Aquila

Aquila, Polizia Locale: Battaglia Parlamentare e Polemiche

La vicenda riguardante la gestione apicale della Polizia Locale dell’Aquila si trascina in sede parlamentare, mettendo a fuoco una complessa interazione tra poteri locali, regionali e un quadro normativo contorto.
Il fulcro della disputa risiede nella nomina del comandante, posizionamento che, contrariamente a quanto previsto dalla legislazione regionale, è stato per anni detenuto dal sindaco Pierluigi Biondi, inserendolo tra i dirigenti comunali anziché nel corpo stesso della Polizia Locale.
Questa decisione, ripetutamente confermata dal Tar, si scontra ora con un tentativo legislativo volto a legittimare retroattivamente la prassi.
L’interrogazione parlamentare annunciata dal senatore del PD Michele Fina evidenzia una modifica alla legge regionale sull’ordinamento della Polizia Locale, introdotta tramite un emendamento all’assestamento di Bilancio della Regione Abruzzo.
Questa manovra legislativa, apparentemente tecnica, assume una valenza politica rilevante, sollevando interrogativi sulla separazione dei poteri e sulla conformità alla legalità.
La promessa di una “revisione” della norma da parte del presidente del Consiglio regionale, Lorenzo Sospiri, suggerisce una crescente tensione tra l’organo legislativo regionale e l’amministrazione comunale aquilana, entrambi espressione di forze politiche di destra.

Questa dinamica interna alla coalizione di governo, come sottolineato da Fina, intensifica la sensazione di una gestione opaca e potenzialmente illegittima.

Le critiche si concentrano sulla potenziale strumentalizzazione della legge a fini specifici, un comportamento inaccettabile secondo i principi fondamentali dello stato di diritto.

Il sindaco Biondi, in qualità di responsabile nazionale enti locali di Fratelli d’Italia, si troverebbe, secondo l’opposizione, a contestare le sentenze dei giudici amministrativi (Tar e Consiglio di Stato) con una modifica legislativa ad hoc, una palese sfida alle istituzioni regionali e al loro ruolo di garante della legalità.

L’opposizione, attraverso i consiglieri regionali e la segreteria cittadina del PD, denuncia un emendamento “pensato ad hoc” per risolvere una problematica locale, compromettendo l’autonomia della Polizia Locale e ignorando la consolidata giurisprudenza in materia.
Questa “soluzione” artificiosa non solo erode la professionalità e l’indipendenza del corpo di polizia, ma rischia di pregiudicare l’efficacia delle azioni di contrasto alla criminalità.

Le proteste non si limitano all’ambito politico.

I sindacati, e l’Anvu (Associazione Polizia Locale d’Italia), denunciano il provvedimento come privo di legittimazione costituzionale, in contrasto con i principi di generalità e imparzialità che dovrebbero guidare l’azione amministrativa.

La costruzione di una norma su misura per una singola realtà comunale solleva seri dubbi sulla trasparenza del processo legislativo e sulla tutela dell’interesse pubblico.
La vicenda, lungi dall’essere una semplice questione amministrativa, si configura come un campanello d’allarme sulla necessità di salvaguardare l’autonomia delle istituzioni locali e il rispetto dello stato di diritto.

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