Assisi: Abruzzo e Umbria, un albero di pace per il mondo.

L’inaugurazione dei festeggiamenti natalizi ad Assisi, quest’anno sigillata da un profondo gemellaggio tra Abruzzo e Umbria, trascende la mera celebrazione di tradizioni: si configura come un atto simbolico di profonda risonanza, un’invocazione alla pace universale in un mondo lacerato da conflitti.

L’assessore regionale alla Cultura abruzzese, Roberto Santangelo, ha sottolineato come questo evento rappresenti un’opportunità per fondere le identità locali in un messaggio di speranza e riconciliazione, un’eco della spiritualità che anima Assisi, culla di San Francesco, e de L’Aquila, custode dell’eredità di San Pietro della Morrone.
Al centro della piazza Inferiore, l’imponente cedro dell’Atlante glauco, donato dal capoluogo abruzzese, irradia una luce vibrante.

La sua provenienza, dal territorio dell’Aquila, non è casuale; essa simboleggia un legame storico e spirituale, un percorso condiviso di perdono e resilienza, valori intrinseci al messaggio che entrambe le città, e i loro santi patroni, hanno da offrire al mondo.
La scelta di un albero non danneggiato, frutto di un gesto di rispetto per l’ambiente e per il patrimonio arboreo, sottolinea un impegno concreto verso la sostenibilità e la responsabilità.

Accanto all’albero, un presepe monumentale, testimonianza di un’eccellenza artigianale abruzzese.

Realizzato decenni fa da studenti e docenti del Liceo Artistico Grue di Castelli, guidati da figure come Serafino Mattucci, Gianfranco Trucchia e Roberto Bentini, l’opera incarna l’unione tra maestria tradizionale e spirito innovativo.
Le statue in argilla refrattaria non sono semplici riproduzioni iconografiche, ma espressioni di un’arte profondamente radicata nel territorio, capace di interpretare con originalità il racconto della Natività.

Il presepe diventa così un ponte tra generazioni, un’eredità culturale da custodire e tramandare.
L’assessore Santangelo ha proiettato l’attenzione verso il 2026, l’anno cruciale in cui si commemoreranno gli ottocento anni dalla morte di San Francesco, un traguardo che amplificherà il legame tra Abruzzo e Umbria in un messaggio di pace ancora più potente e significativo.
In un’epoca segnata da “una sorta di guerra mondiale asimmetrica”, come ha osservato citando Papa Francesco, Assisi vuole incarnare un faro di speranza, un atto concreto di resistenza alla violenza.
L’Abruzzo, con il gesto simbolico di donare l’olio per la lampada votiva di San Francesco, si conferma custode di questa tradizione secolare, un atto di devozione che si rinnova in segno di continuità e impegno.

Essere regione d’onore è stata per l’Abruzzo un privilegio immenso, un riconoscimento del suo ruolo di custode di valori spirituali e di esempio di resilienza.
L’appello finale è un monito a una responsabilità individuale e collettiva: la pace non è un concetto astratto, ma una costruzione quotidiana, un impegno che parte dalla comunità locale, dalla cura del prossimo, dalla promozione del dialogo e della comprensione.

Da questa piazza, irradiando un messaggio universale, l’auspicio è che ciascuno possa trovare un riflesso di sé, un invito a contribuire alla costruzione di un futuro più pacifico e giusto per tutti.

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