domenica 7 Settembre 2025
18.2 C
Comune di L'Aquila

Dragaggio Pescara: Ritardi, Costi e un Porto Bloccato

La questione del dragaggio del fiume Pescara si rivela una narrazione complessa, ben lontana da una semplice operazione di pulizia delle acque.
L’attuale intervento, limitato a circa 5.500 metri cubi di sedimenti, rappresenta una frazione marginale rispetto alla necessità di rimuovere, come precedentemente riconosciuto nel 2022, tra i 25.000 e i 60.000 metri cubi per garantire la piena funzionalità del porto e la sicurezza della navigazione.

L’accumulo di depositi sedimentari, accelerato nel corso degli anni e ulteriormente aggravato da eventi meteorologici estremi, ha reso il problema cronico e urgente.

L’inizio dei lavori, previsto per il 29 settembre, successivo alla conclusione del fermo biologico, testimonia un ritardo strutturale nell’implementazione di un piano di interventi necessari.

Questo slittamento non è un evento isolato, ma il sintomo di una gestione approssimativa che investe l’intera filiera amministrativa, dal Comune alla Regione, con ripercussioni tangibili sulla collettività.
La causa primaria di queste inefficienze risiede nell’immobilismo del Piano Regolatore Portuale, un documento strategico bloccato nella fase di osservazione alla Via Nazionale, un processo burocratico interminabile che impedisce l’avvio di qualsiasi iniziativa significativa.
L’assenza di analisi dei sedimenti accumulati dal 2021 ad oggi, un’omissione gravissima che ha impedito di quantificare accuratamente la portata del problema e definire un piano di intervento mirato, ha contribuito a generare ritardi e costi aggiuntivi.
La mancanza di finanziamenti garantiti, un elemento cruciale per la realizzazione di un dragaggio di reale portata, amplifica ulteriormente la situazione di precarietà.
Le conseguenze di questa gestione inefficiente si manifestano in modo evidente con la formazione di cumuli di materiale di scarto, un paesaggio desolante che deturpa il territorio e compromette l’immagine turistica della città.

La denominazione di “collina della vergogna”, attribuita precedentemente alla vasca di colmata, appare ormai obsoleta, sostituita da una nuova, altrettanto inaccettabile, che richiederà un ulteriore investimento economico considerevole.
L’inefficienza intrinseca alla gestione emergenziale, in assenza di una programmazione strategica, si traduce in un incremento dei costi.
La responsabilità di questa situazione ricade interamente sull’amministrazione di centrodestra, che detiene il controllo delle istituzioni chiave a livello locale e regionale.

La sensazione di abbandono che pervade la città di Pescara è una diretta conseguenza di questa mancanza di visione e di impegno.

È imperativo, pertanto, che le istituzioni forniscano risposte concrete e garanzie sui finanziamenti necessari per un intervento di dragaggio completo e risolutivo.

L’attuale operazione, ridotta a un mero intervento di facciata, non può essere definita un vero dragaggio, ma rappresenta un’ammissione di fallimento che danneggia l’economia locale e la reputazione della città.

La comunità esige trasparenza, responsabilità e un piano di azione chiaro e tempestivo per risolvere questa problematica strutturale, che mina la vitalità del porto di Pescara e il suo ruolo strategico nel contesto regionale.

- pubblicità -
- pubblicità -
- pubblicità -
- pubblicità -