La crisi della mobilità festiva, un’emergenza che si ripete, sta soffocando il diritto alla ricongiungimento familiare per studenti e lavoratori pendolari che desiderano tornare a casa per le festività natalizie.
La denuncia, sollevata dai Giovani Democratici con un sit-in di protesta davanti alla stazione centrale di Pescara, non riguarda solo l’Abruzzo, ma si estende a tutto il territorio nazionale, rivelando un profondo malessere infrastrutturale e una pianificazione dei trasporti inadeguata.
L’aumento vertiginoso dei prezzi dei biglietti – superando il 100% per i treni Milano-Pescara e Milano-Torino e il 200% per i voli – trasforma un diritto fondamentale in un lusso irraggiungibile per molti.
Questa situazione non è un incidente temporaneo, ma il sintomo di un sistema in crisi, esasperato da una domanda di mobilità che cresce, infrastrutture obsolete e una gestione spesso inefficiente.
Il problema va oltre la mera questione economica.
È una questione di equità sociale, di accesso ai servizi essenziali e di diritto alla vita familiare.
La difficoltà di rientrare in Abruzzo, una regione spesso penalizzata dal punto di vista della connettività, amplifica il disagio e accentua il senso di abbandono.
La mobilità, intesa come diritto alla connessione, diventa così un fattore di esclusione sociale.
La soluzione più immediata, e paradossalmente l’unica praticabile per molti, sembra essere l’utilizzo dell’auto privata.
Tuttavia, anche questa opzione si rivela problematica, data la condizione critica della rete autostradale A14, un collo di bottiglia che penalizza gli spostamenti lungo l’asse adriatico.
I numerosi cantieri, l’inadeguatezza della pianificazione dei lavori e la mancanza di una gestione strategica delle risorse rendono i percorsi lunghi, stressanti e spesso imprevedibili.
La Regione Abruzzo è chiamata a una profonda riflessione.
L’assenza di interventi concreti per mitigare l’impatto dei pedaggi autostradali, la mancanza di una trattativa proattiva con Autostrade per l’Italia per ottimizzare i lavori e la totale assenza di una visione a lungo termine per il miglioramento delle infrastrutture rappresentano una grave omissione.
Non basta denunciare il problema; è necessario agire con determinazione, implementando soluzioni innovative che mettano al centro il cittadino e il suo diritto alla mobilità.
È necessario ripensare la pianificazione dei trasporti, investendo in nuove tecnologie, promuovendo l’intermodalità e incentivando l’uso del trasporto pubblico.
Occorre una politica dei trasporti che consideri la mobilità non come un costo da ridurre, ma come un investimento strategico per la crescita economica e il benessere sociale.
La crisi della mobilità festiva è un campanello d’allarme che non può essere ignorato: è tempo di trasformare le parole in azioni, garantendo a tutti il diritto di tornare a casa per le feste.






