Saveriano Infantino, un nome che incrocia la carta d’identità con un’innegabile vitalità calcistica.
Trentanove anni, un traguardo celebrato da pochi giorni, ma un’energia e un acume offensivo che rimandano ai suoi anni migliori.
Il bomber lucano, originario di Tricarico, in provincia di Matera, continua a infiammare i campi del calcio dilettantistico, regalando prestazioni che superano ogni aspettativa.
La recente quadrupla realizzata contro l’Unipomezia, in una vittoria esterna per 4-2, non è solo un poker, ma una sintesi di una carriera costellata di gol e passione.
La sua ascesa in cima alla classifica marcatori della Serie D, preceduta da una convincente tripletta all’esordio contro la Recanatese, testimonia un istinto realizzativo innato, una capacità di interpretare gli spazi e di finalizzare le occasioni che lo hanno reso un punto di riferimento per il Notaresco.
Un bottino di oltre centoquarantina reti, tra serie minori e professionismo, scolpisce un curriculum di attaccante prolifico, ma non solo.
“Il 16 settembre ho compiuto gli anni, e domenica mi sono fatto un regalo speciale,” racconta Infantino, con un sorriso che rivela la gioia di un traguardo inaspettato.
Quattro gol in una sola partita non sono un evento comune, un’anomalia che accende l’entusiasmo dei tifosi e conferma la sua tenuta atletica e mentale.
L’età, apparentemente, non è un fattore limitante.
La stagione precedente, con dodici gol in ventuno partite, è stata cruciale per la salvezza del Notaresco, e la sua esperienza, combinata con una forma fisica ottimale, alimenta le ambizioni del club.
La longevità non è frutto del caso, ma di un approccio olistico alla preparazione atletica.
“Negli ultimi anni mi sono dedicato con scrupolo a ogni dettaglio: allenamento specifico, rinforzo muscolare, alimentazione controllata.
” L’affidamento a professionisti – nutrizionista e personal trainer – ha permesso di ottimizzare le performance e di contrastare gli effetti del tempo.
Il calcio, per Infantino, non è solo un lavoro, ma una parte integrante della sua identità.
“Conservo l’entusiasmo del bambino che ero, una passione ereditata da mio padre.
” Un amore profondo che ha plasmato il suo carattere, trasmettendo valori fondamentali come il sacrificio, il rispetto dell’avversario e la lealtà nei confronti della squadra.
Il percorso professionale è costellato di tappe significative, con esperienze in club come Barletta, L’Aquila, Torres, Ischia, Carrarese, Catanzaro, Teramo e Taranto.
L’avventura abruzzese è vissuta con intensità, senza dimenticare le radici lucane e, in particolare, Matera.
L’amarezza per la dolorosa interruzione del rapporto con il club materano, a causa di vicende burocratiche e gestioni discutibili, è ancora viva.
“È stata una grande ingiustizia, perché avevamo creato un bel gruppo e un’atmosfera magica, rovinata da poche persone.
” Infantino esprime la speranza di un futuro più roseo per la sua città natale, auspicando un progetto serio e sostenibile per riportare i colori biancoazzurri in Serie D e restituire al popolo materano la gioia del calcio.
Un desiderio che va oltre la semplice ambizione sportiva, rivelando l’attaccamento profondo a una comunità e alla sua storia calcistica.