Udine si è stretta oggi in un commosso addio a Giovanni Galeone, figura emblematica del calcio italiano e instancabile artefice di resilienza sportiva, scomparso all’età di 84 anni.
La cerimonia funebre, celebrata nel Duomo di Udine, ha visto convergere una rappresentanza illustre, testimonianza del profondo rispetto e ammirazione che l’uomo e il professionista hanno suscitato nel panorama calcistico e istituzionale.
Dalle autorità locali, il Sindaco Alberto Felice De Toni e il Vicesindaco Alessandro Venanzi, affiancati dal Vicegovernatore e Assessore allo Sport della Regione Friuli Venezia Giulia, Mario Anzil, fino a delegazioni provenienti dal Comune di Pescara, città con la quale Galeone intratteneva un legame affettivo e professionale significativo.
I gonfaloni dei due comuni, simbolo di un’innegabile appartenenza territoriale e di un rapporto calcistico intenso, hanno reso omaggio alla memoria dell’uomo.
La presenza di Massimiliano Allegri, ex dirigente Adriano Galliani, Edy Reja, Marco Gianpaolo e numerosi ex calciatori, tra cui Rocco Pagano, Giacomo Di Cara, Andrea Carnevale, Alessio Scarchilli, Paolo Miano, Gianfranco Cinello e Franco Bonora, ha sottolineato la vastità della rete di relazioni che Galeone ha saputo costruire nel corso della sua carriera.
Un network costruito non solo su rapporti professionali, ma anche su valori condivisi e un’etica del lavoro esemplare.
Il Sindaco De Toni ha descritto Galeone come un “artefice”, un costruttore di sogni e un innovatore, capace di imprimere una visione strategica che ha portato l’Udinese a conquistare la Serie A, una traguardo non solo sportivo, ma anche di orgoglio cittadino.
Un’eredità che trascende i risultati in campo, radicandosi profondamente nel tessuto culturale e sociale di Udine.
Il direttore generale dell’Udinese, Franco Collavino, ha evocato il ruolo di “ispiratore” di Galeone, sottolineando come il suo contributo abbia segnato capitoli fondamentali nella storia del club, come la storica promozione del 1994/1995 e la cruciale salvezza ottenuta nel 2005/2006, testimonianza della sua capacità di risollevare una squadra in difficoltà e di instillare una mentalità vincente.
Giovanni Galeone non è stato solo un allenatore, ma un mentore, un punto di riferimento per giovani calciatori e una figura carismatica capace di interpretare lo sport non come semplice competizione, ma come strumento di crescita personale e collettiva.
Il suo approccio, improntato alla disciplina, al rispetto e alla continua ricerca dell’eccellenza, ha lasciato un segno indelebile nel mondo del calcio e nella memoria di chi lo ha conosciuto.
La sua scomparsa rappresenta una perdita significativa per la comunità sportiva italiana, un vuoto che difficilmente potrà essere colmato.







