L’Unione Valdostana si oppone alla trasformazione dei medici in dipendenti regionali

L’Unione Valdostana sostiene fermamente la sua posizione contraria alla proposta di trasformare il regime contrattuale dei medici di medicina generale da convenzionati a dipendenti dei servizi sanitari regionali.La Commissione sanità dell’Unione Valdostana, in pieno accordo con i suoi rappresentanti nel Governo e nel Consiglio regionale, ritiene fondamentale adottare tutte le misure necessarie per evitare che ciò avvenga. Attualmente, i medici di medicina generale operano all’interno di un regime di convenzione con il Servizio Sanitario Nazionale (SSN), regolato dal decreto legislativo 502 del 1992.Per l’UV, il mantenimento della responsabilità propria del lavoro autonomo nell’attuale regime assicura flessibilità organizzativa, costi contenuti a carico della Regione nonostante l’elevato volume di attività, e favorisce la creazione di “micro-imprese” che vedono coinvolti attualmente 75 medici supportati da 16 segretari/infermieri in Valle d’Aosta.Al contrario, l’adozione di un regime alternativo basato sulla dipendenza sarebbe non solo superflua ma dannosa per la regione, considerando le sue caratteristiche territoriali e l’impossibilità di formare i medici sul territorio locale. Tale cambiamento comprometterebbe anche la libertà di scelta del medico curante da parte dei pazienti, la vicinanza dei servizi primari e il rapporto duraturo e fiduciario tra medico e paziente.

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