10 gennaio 2025 – 07:45
Nella serata del 24 novembre, un tragico incidente stradale ha portato alla prematura scomparsa del giovane diciannovenne Ramy Elgami, scatenando una profonda ondata di indignazione tra i collettivi studenteschi torinesi. L’eco delle immagini drammatiche dell’incidente ha risuonato nelle coscienze di molti, spingendo centinaia di persone a scendere in piazza in una manifestazione organizzata dal Collettivo universitario autonomo.La tensione è salita rapidamente durante la protesta, quando un gruppo di autonomi ha lanciato bombe carta contro il commissariato di polizia DoraVanchiglia e uova con vernice e petardi contro la caserma di piazza Carlina. Le forze dell’ordine hanno reagito chiudendo le vie che portano al centro cittadino e sono stati bersagliati da bottiglie di vetro lanciate dalla folla.Il messaggio “Noi non vi perdoniamo” comparso sui social media prima della manifestazione evidenzia il profondo senso di ingiustizia e rabbia che permea la comunità studentesca. I partecipanti alla protesta si sentono giovani dimenticati, esclusi, costretti ogni giorno a lottare per sopravvivere in un mondo che spesso sembra voltare loro le spalle.La morte di Ramy Elgami ha rappresentato un duro colpo per tutti coloro che lo conoscevano e per l’intera città. Le polemiche sulle circostanze dell’incidente si sono accese, con molte voci che accusano i carabinieri di essere responsabili della tragedia. La verità su quanto accaduto è ancora avvolta nel mistero, ma la determinazione dei manifestanti a ottenere giustizia è palpabile.La manifestazione si è trasformata in un grido di dolore e di protesta contro un sistema che sembra non tener conto delle vite umane spezzate troppo presto. La richiesta di giustizia risuona forte nelle strade torinesi, mentre i giovani cercano disperatamente una risposta alle domande senza risposta che li tormentano da quel tragico giorno.