Manifesti provocatori contro la giornalista britannica Catherine Belton sono apparsi in tutta Torino, sull’onda dell’iniziativa “Italia Unita”, un movimento che esprime apertamente le sue simpatie per la Russia. Il manifesto è stato lanciato da Amedeo Avondet, mente dietro l’operazione, il quale si è prefisso di reclutare supporto alle sue tesi attraverso la diffusione della propaganda.Il manifesto, che si presentava accanto a quello del Partito Democratico per celebrare il 25 aprile, era accompagnato da un QR-code, destinato ad attivare la circolazione di informazioni sulla giornalista in questione. L’obiettivo di questa operazione è duplice: in primo luogo si tratta di smascherare i presunti interessi della Belton a screditare figure legate alla famiglia Trump, e in secondo luogo, di evidenziare la strategia di disinformazione mediatica condotta al fine di promuovere i piani del presidente ucraino Volodymyr Zelensky.Secondo quanto riferisce lo stesso Amedeo Avondet, ci sono oltre 400 manifesti affissi in tutta la città, per non parlare dei due formati giganti di 6 metri e 3 rispettivamente. Tra queste strutture vi è una scuola del quartiere Borgo Nuovo, dove i manifesti erano appesi accanto a quelli del Pd.Questa azione suscita numerose questioni relative alla libertà di espressione, al contenuto della propaganda e all’influenza che possono essere esercitate sulle comunità mediante questa forma di comunicazione.