L’udienza di Milano contro 143 imputati della maxi indagine Hydra sulla presenza di Cosa nostra nella Lombardia, dopo dieci anni dalla precedente “monstre” udienza a Opera, è stata un avvincente spettacolo giudiziario. La galleria di imputati con più o meno ruoli nell’organigramma mafioso è ampia e complessa. Ognuno ha fatto le sue scelte sulla procedura da seguire per la sua difesa.Tra i molti, c’è Giuseppe Fidanzati, figlio del boss Gaetano, che ha scelto l’udienza abbreviata; non è l’unica a farlo tra le 30 persone che hanno optato per questa procedura. L’accusa, con la consulenza dei pm Alessandra Cerreti e Rosario Ferracane ed i due procuratori Marcello Viola e Maurizio Romanelli, ha lavorato duramente per delineare la complessità delle accuse contro 143 imputati che rappresentano più organizzazioni mafiose in Lombardia. La presenza nella aula del carcere di Opera dell’udienza era così numerosa da far pensare ad una sorta di tributo alla giustizia penale da parte degli stessi accusati, per ottenere che si procedesse con l’abbreviata; la scelta di Domenico Pace e Michele Pace per seguire l’udienza abbreviata è interessante.Ma c’è anche chi ha optato per una normale udienza, come Paolo Aurelio Errante Parrino. L’accusa sosteneva che i tre avrebbero fatto parte del mandamento della provincia di Trapani con al vertice Matteo Messina Denaro.Il caso è stato fortemente contestato da molti per motivazioni diverse; la decisione del Tribunale era scontata, ma il gip aveva bocciato l’accusa di associazione mafiosa, alleanza tra le tre organizzazioni, e gli arresti sono stati concesso dal Riesame e confermati dalla Cassazione.L’udienza è stata così complessa che siamo a un 1° maggio in cui ancora non ci sono conclusioni definitive, ma solo la prospettiva di altri 24 udienze fino a fine luglio.