L’atrio della Rai di Milano è teatro di una occupazione simbolica orchestrata da militanti del centro sociale il Cantiere e del Coordinamento dei collettivi studenteschi, con l’obiettivo di denunciare l’oscuramento mediatico dei referendum sulla cittadinanza e sul lavoro. L’iniziativa si è svolta in corso Sempione a partire dalle 14, ma senza ostacolare le attività dell’emittente televisiva, garantendo così la continuità della programmazione.Nel punto di ingresso dell’atrio sono stati allestiti uno pseudo-Tg e striscioni con messaggi critici, simboli del dissenso verso la gestione dei contenuti da parte della Rai. I manifestanti esprimono preoccupazioni per il ridotto spazio riservato ai referendum, in particolare al tema della cittadinanza, il quale non ha superato l’1% della programmazione. Essi sostengono che la reimmigrazione va considerata un problema non solo quando prende forma di raduni estremisti, ma anche quando assume le vesti del razzismo di Stato, ovvero nelle politiche espulsive e di controllo degli spazi pubblici.La protesta si inserisce nella critica alla gestione dei contenuti da parte della Rai, con particolare attenzione all’oscuramento del referendum sulla cittadinanza. Gli argomenti trattati dai manifestanti includono anche i respingimenti, i centri di primo accoglienza (Cpa), e le politiche migratorie in Libia e Turchia che vengono definite “nuovi lager”.