Un episodio drammatico ha scosso la tranquillità della comunità di Merlino, in provincia di Lodi, quando un sedicenne di origini nordafricane è stato ritrovato privo di sensi nelle acque dell’Adda, in prossimità della chiusa del Vacchelli.
L’allarme è stato lanciato in serata, intorno alle 18:30, dopo che i suoi amici, con i quali stava cercando un sollievo dal caldo estivo con un bagno nel fiume, lo hanno visto sprofondare senza più riemergere.
La vicenda, che inizialmente aveva indotto i primi soccorritori a stimare un’età di vent’anni per la vittima, si è sviluppata in un intervento complesso e coordinato.
Immediatamente attivate, le squadre di soccorso fluviale dei Vigili del Fuoco di Lodi hanno operato in sinergia con l’elicottero Drago 153, decollato da Malpensa, il quale ha localizzato il corpo immobile del giovane sul fondo del fiume, in una profondità che ha reso urgenti e delicate le operazioni di recupero.
I sommozzieri, con la loro esperienza e precisione, hanno provveduto a estrarre il corpo, iniziando immediatamente le manovre di rianimazione cardiopolmonare, cruciali in una situazione di potenziale anossia cerebrale.
Il tempestivo intervento ha permesso di stabilizzare il giovane, il quale è stato trasportato in condizioni gravissime presso l’ospedale San Raffaele di Milano, dove è tuttora ricoverato e assistito da un team di specialisti.
L’episodio riapre un dibattito cruciale sulla sicurezza dei corsi d’acqua e sull’importanza del rispetto delle normative.
La zona del Vacchelli, infatti, è interessata da un divieto di balneazione attivo da anni, un’ordinanza volta a prevenire rischi per la sicurezza dei frequentatori.
Le ragioni di tale divieto sono molteplici: correnti impetuose, profondità variabili, presenza di ostacoli sommersi, e, non ultimo, la mancanza di adeguate strutture di salvataggio.
L’evento solleva interrogativi sulla percezione del rischio da parte dei giovani e sull’efficacia delle misure di prevenzione.
Mentre l’istinto di cercare refrigerio nelle acque durante le ondate di calore è comprensibile, la leggerezza con cui si affrontano i corsi d’acqua, spesso sconosciuti e insidiosi, può avere conseguenze tragiche.
Si rende necessario un rafforzamento delle campagne di sensibilizzazione rivolte alle nuove generazioni, mirate a promuovere una cultura della sicurezza e del rispetto delle regole, affiancate da un controllo più rigoroso del territorio e da una maggiore presenza di personale qualificato.
La tragedia di Merlino è un monito doloroso, che ci impone di riflettere e agire per evitare che simili eventi si ripetano.