lunedì 28 Luglio 2025
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Allarme Beccaria: evasioni in crescita e crisi nel sistema minorile.

L’allarme si riaccende sulle strutture penitenziarie minorili italiane, e in particolare sul carcere Beccaria di Milano, teatro di una recente evasione che coinvolge un detenuto diciassettenne di origine marocchina.
L’evento, come riportato dal segretario del Sindacato di Polizia Penitenziaria, Aldo Di Giacomo, solleva interrogativi urgenti e ripropone al centro del dibattito pubblico le criticità strutturali che affliggono il sistema.
L’evasione, avvenuta presumibilmente attraverso lo scavalco delle inferiate, è il sintomo di un disagio più profondo.

Non si tratta di un episodio isolato, ma parte di un trend allarmante: secondo i dati del sindacato, i tentativi di fuga e le evasioni effettuate nelle carceri italiane hanno subito un incremento del 300% nei soli ultimi mesi.

Questa drammatica escalation è diretta conseguenza della grave carenza di personale e delle inadeguate risorse destinate alla sorveglianza.

La situazione del Beccaria, già da tempo riconosciuto come uno degli istituti più complessi e problematici all’interno del circuito degli Istituti Penali Minorili (IPM), appare particolarmente critica.
La gestione di una popolazione detenuta giovane, spesso caratterizzata da profili complessi e storie di marginalità sociale, risulta impossibile con un rapporto numerico drasticamente sbilanciato: in molti casi, un numero insufficiente di agenti, a volte solo quattro, si trova a dover controllare un numero elevatissimo di detenuti, oscillante tra i sessanta e i settanta.

Questa situazione, inevitabilmente, compromette la sicurezza e aumenta il rischio di comportamenti devianti e tentativi di fuga.
Il segretario Di Giacomo evidenzia con preoccupazione come tale realtà non sembri essere pienamente compresa dalle autorità politiche, in particolare dal sottosegretario Delmastro, il quale, nonostante l’evidente escalation delle criticità, continua a proiettare un’immagine di controllo e sicurezza che si scontra frontalmente con le cronache e l’esperienza sul campo.

Le quattro evasioni e tentativi di evasione verificatisi nell’arco di una sola settimana rappresentano un campanello d’allarme che non può essere ignorato.

La complessità del Beccaria, legata all’età e alle origini dei suoi ospiti, richiede un approccio mirato e risorse dedicate.

Non si tratta solo di incrementare il numero di agenti, ma di investire in programmi di reinserimento sociale, percorsi di educazione e formazione, e di un supporto psicologico adeguato per i detenuti, al fine di favorire un percorso di riabilitazione e reintegrazione nella società.

La sicurezza penitenziaria non è solo una questione di ordine pubblico, ma anche un investimento nel futuro del Paese.

Ignorare il problema significa condannare i giovani detenuti a un circolo vizioso di marginalità e devianza, e compromettere la sicurezza della collettività.

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