Il rapporto AlmaLaurea 2025 dipinge un quadro incoraggiante per i laureati dell’Università Statale di Milano, confermando una traiettoria di crescita nell’inserimento lavorativo che la posiziona in modo significativo al di sopra delle medie nazionali. L’analisi, che ha coinvolto un campione vastissimo di quasi 700.000 ex-studenti provenienti da 81 atenei italiani, offre dati cruciali per comprendere le dinamiche del mercato del lavoro e l’efficacia del sistema universitario.L’indagine ha preso in esame 21.957 laureati dell’Università Statale, distinti tra coloro che hanno conseguito titoli triennali nel 2023 e quelli di secondo livello (magistrali e ciclo unico) rilasciati nel 2019, intervistati a distanza di un e cinque anni rispettivamente. Questi dati, incrociati con le tendenze a livello nazionale, mettono in luce una resilienza e un’adattabilità del percorso formativo milanese che contribuiscono attivamente all’inserimento dei suoi diplomati nel mondo professionale.Il tasso di occupazione a un anno per i laureati triennali si attesta all’80,2%, un incremento notevole superiore ai due punti percentuali rispetto all’anno precedente, e ben al di sopra della media nazionale, che si ferma al 78,6%. Un dato particolarmente rilevante è la percentuale di contratti a tempo indeterminato, che rappresenta il 37,9% degli impieghi ricoperti, segnalando una stabilizzazione del percorso lavorativo dei giovani laureati.Per quanto riguarda i laureati di secondo livello, a distanza di un anno dal conseguimento del titolo, il tasso di occupazione raggiunge l’83,8%, un ulteriore incremento di quattro punti percentuali rispetto all’anno precedente, ben al di sopra della media nazionale. In questo caso, la stabilità lavorativa si riflette nella percentuale di contratti a tempo indeterminato, che si attesta al 23,1%.L’analisi a cinque anni dal conseguimento del titolo di secondo livello rivela una crescita ancora più significativa: il tasso di occupazione sale al 92,6%, superando di quattro punti percentuali il dato del 2024 e di quasi tre punti percentuali la media nazionale (89,7%). La prevalenza di contratti a tempo indeterminato (52,3%) consolida ulteriormente la prospettiva di una carriera stabile e duratura per i laureati.Questi risultati non sono solo il frutto di un’offerta formativa di qualità, ma anche di una capacità di adattamento e innovazione dell’Università Statale. Come sottolinea la Rettrice Marina Brambilla, l’istituzione ha il dovere di formare non solo professionisti competenti, ma anche individui dotati di capacità di pensiero critico, logica, linguaggio e una solida formazione storica, elementi imprescindibili per affrontare le sfide di un mondo in continua evoluzione. La Rettrice evidenzia che solo con professionisti dotati di queste competenze trasversali il mercato del lavoro potrà mantenere la sua capacità di reinventarsi in risposta ai rapidi e imprevedibili cambiamenti del contesto globale, garantendo un futuro sostenibile e prospero per le nuove generazioni di laureati. L’Università si configura quindi come un ecosistema di pensiero e formazione, volto a preparare i suoi studenti ad essere protagonisti attivi e consapevoli della società del futuro.
AlmaLaurea: l’Unimi brilla, tasso occupazione sopra la media
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