Nel corso del 2021, l’Autorità Nazionale Anticorruzione (ANAC) ha avviato un’istruttoria formale nei confronti del Comune di Milano, sollecitando chiarimenti sulla posizione di Giancarlo Tancredi, all’epoca nominato assessore all’urbanistica.
La richiesta di informazioni si è concretizzata per via delle possibili implicazioni derivanti dal ruolo professionale dell’architetto Tancredi, e dalla necessità di accertare l’esistenza di potenziali conflitti di interesse che avrebbero potuto compromettere l’imparzialità delle sue decisioni in carico.
La risposta fornita dall’amministrazione comunale, supportata da documentazione ufficiale, ha precisato che l’architetto Tancredi aveva precedentemente richiesto e ottenuto lo stato di aspettativa dal suo impiego precedente, collocandosi in una condizione che, secondo l’interpretazione fornita, escludeva l’insorgere di profili di inconferibilità o incompatibilità con la carica di assessore.
L’aspettativa, in sostanza, aveva operato come un meccanismo di distacco temporaneo dai precedenti impegni professionali, neutralizzando, almeno in apparenza, la potenziale sovrapposizione di interessi.
Nonostante questa chiarificazione, e la conseguente archiviazione formale della questione con una nota indirizzata al responsabile prevenzione della corruzione del Comune, la vicenda non è stata considerata conclusiva in termini di vigilanza.
È stata infatti raccomandata una monitoraggio continuo e proattivo, volto a verificare l’eventuale emergere di nuove fattispecie incompatibili che potrebbero non essere state considerate nella valutazione iniziale.
Questo suggerisce una consapevolezza delle sfumature complesse che caratterizzano i conflitti di interesse, e la necessità di un’attenzione costante per garantire la trasparenza e la correttezza dell’operato dell’amministrazione.
È importante sottolineare che la vicenda, sebbene formalmente chiusa in quella sede, ha ripreso rilevanza con il coinvolgimento di Giancarlo Tancredi nell’ambito di un’inchiesta in corso a Milano.
Questa evoluzione solleva interrogativi circa la validità e l’adeguatezza delle verifiche preliminari, e riaccende i riflettori sulla complessità dei rapporti tra politica, professione e pubblica amministrazione.
L’inchiesta in corso rappresenta, in questo senso, un banco di prova cruciale per l’efficacia dei meccanismi di prevenzione e controllo della corruzione, e per la tutela dell’integrità del sistema istituzionale.
L’attenzione ora è focalizzata sull’analisi più approfondita dei fatti e sull’accertamento di eventuali responsabilità, anche alla luce di quella prima circostanza che sembrava aver dissipato ogni dubbio.