Nel cuore dell’appennino pavese, tra Varzi e Santa Margherita di Staffora, un’operazione dei Carabinieri ha disarticolato un’organizzazione dedita alla coltivazione e allo spaccio di cannabis, portando all’arresto di quattro cittadini albanesi.
La scoperta, culminata in una serie di arresti, rivela un’attività radicata nel territorio, sfruttando la natura impervia per occultare un’infrastruttura di coltivazione di proporzioni significative.
L’inchiesta, innescata da una percezione anomala, un intenso odore di cannabis che si diffondeva nell’aria, ha condotto i militari a concentrare l’attenzione su un’area boschiva isolata.
Un periodo di osservazione discreta, protrattosi per settimane, ha permesso di ricostruire i movimenti sospetti attorno a un capannone abbandonato, apparentemente in disuso.
Questa fase cruciale ha evidenziato l’esistenza di una precisa logistica e di un’organizzazione strutturata, con individui impegnati nel carico di numerosi sacchi su un furgone durante le ore notturne, tra il 1° e il 2 dicembre.
L’agguato, orchestrato con precisione, ha permesso di intercettare il furgone nel centro abitato di Varzi, portando all’arresto dei primi due membri dell’organizzazione.
La successiva irruzione nel capannone di Santa Margherita di Staffora ha sorpreso altri due individui che si trovavano a sorvegliare il sito.
La perquisizione ha rivelato un vero e proprio laboratorio di coltivazione indoor: centinaia di vasi, alcuni contenenti i residui di piante di cannabis mature, altri destinati a nuove coltivazioni, e un’ampia gamma di attrezzature specifiche, tra cui concimi specializzati, sistemi di aerazione forzata e impianti di illuminazione artificiale, essenziali per simulare le condizioni ottimali per la crescita delle piante.
L’organizzazione, presumibilmente ramificata, aveva investito risorse significative nella creazione di questa struttura, con l’obiettivo di produrre e distribuire ingenti quantità di cannabis.
Il sequestro dei 64 chilogrammi di marijuana, suddivisi in 21 sacchi, testimonia l’entità dell’attività illecita.
L’arresto dei quattro individui e il sequestro del materiale rinvenuto rappresentano un duro colpo per il traffico di stupefacenti nella provincia di Pavia, ma suggeriscono anche la necessità di ulteriori indagini per identificare eventuali complici e smantellare completamente la rete criminale.
I destinatari delle misure cautelari sono stati trasferiti presso il carcere di Pavia, in attesa del prosseguimento delle indagini.
L’operazione sottolinea l’impegno costante delle forze dell’ordine nel contrasto alla criminalità organizzata e nella tutela della sicurezza dei cittadini.




