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Baranzate: Smascherata Rete di Sfruttamento Tessile e Caporalato

Nel cuore dell’area industriale di Baranzate, nel milanese, un’operazione congiunta dei Carabinieri della Compagnia di Rho e del Nucleo Ispettorato del Lavoro ha portato alla luce una complessa rete di sfruttamento lavorativo e attività illegali nel settore tessile.

L’ispezione, condotta in una palazzina industriale in via Montespluga, ha rivelato una situazione di precarietà e vulnerabilità che coinvolge 28 cittadini cinesi, sette dei quali risultati in situazione di irregolarità sul territorio nazionale e prontamente segnalati.

L’indagine ha permesso di smantellare tre laboratori tessili clandestini, operanti in condizioni di evidente illegalità.
I titolari, tre uomini di 51, 48 e 42 anni, tutti di nazionalità cinese, sono stati deferiti in stato di libertà con l’accusa di caporalato, un reato che si configura come sfruttamento della forza lavoro, aggravato dalla vulnerabilità dei soggetti coinvolti.

Questi ultimi, privi di regolare permesso di soggiorno, venivano reclutati e impiegati in condizioni di lavoro degradanti, in un contesto di evidente abuso di potere e sfruttamento del bisogno economico.

L’azione delle forze dell’ordine non si è limitata all’identificazione dei responsabili e alla denuncia per reato.

L’operazione ha messo in luce una violazione sistematica delle normative in materia di sicurezza sul lavoro, con gravi rischi per l’incolumità dei lavoratori.
Sono state rilevate, infatti, carenze significative in termini di prevenzione degli infortuni e di adeguamento agli standard minimi di sicurezza, oltre alla totale assenza di tracciabilità dei redditi percepiti dai lavoratori, configurando un evidente tentativo di eludere le imposte e sottrarre i lavoratori alla tutela previdenziale.

Le sanzioni amministrative pecuniarie, comminate a piede libero per le violazioni riscontrate in materia di lavoro, sicurezza e tracciabilità dei redditi, si attestano a un valore complessivo di cinquecentomila euro.
La misura più incisiva, tuttavia, è stata la chiusura immediata dei tre laboratori clandestini, un segnale forte contro l’illegalità e a tutela dei diritti dei lavoratori.

L’episodio solleva interrogativi importanti sulla governance del settore tessile, sull’efficacia dei controlli e sulla necessità di rafforzare la rete di protezione per i lavoratori stranieri, spesso vittime di fenomeni di sfruttamento e di tratta.

L’operazione dimostra, ancora una volta, l’importanza di una vigilanza costante e di una collaborazione sinergica tra le forze dell’ordine e gli enti preposti per contrastare efficacemente il caporalato e tutelare la legalità e la dignità del lavoro.

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