Il Tribunale per le Misure di Riesame di Brescia ha accolto un ricorso che ha portato all’annullamento, per vizi procedurali, del decreto di perquisizione e sequestro preventivo eseguito il 26 settembre scorso a carico di due ex carabinieri, Giuseppe Spoto e Silvio Sapone.
Questa decisione si inserisce nel complesso e delicato quadro investigativo denominato “Garlasco”, un filone bresciano che vede al centro dell’attenzione l’ex procuratore di Pavia, Mario Venditti, accusato di corruzione in atti giudiziari.
L’ipotesi di accusa riguarda una presunta compiacenza nell’ambito del processo che, nel 2017, portò all’assoluzione di Andrea Sempio.
L’annullamento del decreto si aggiunge a una precedente decisione, del 17 ottobre, che aveva già portato alla restituzione di materiali sequestrati a Venditti, evidenziando una crescente attenzione da parte del Tribunale per le Misure di Riesame nei confronti delle procedure investigative seguite dalla Procura di Brescia.
La vicenda solleva interrogativi rilevanti sulla correttezza e la legittimità delle indagini preliminari, ponendo in luce delicate questioni relative al rispetto dei diritti degli indagati e alla tutela della presunzione di innocenza.
Le indagini, condotte dalla Procura di Brescia, hanno portato a focalizzare l’attenzione sui due ex carabinieri, Spoto e Sapone, precedentemente considerati non indagati.
I loro contatti e incontri con Andrea Sempio nel corso delle indagini preliminari sono stati oggetto di approfondimento, insieme a presunte irregolarità, quali errori e omissioni, nella trascrizione delle intercettazioni telefoniche.
Queste anomalie, se confermate, potrebbero inficiare la validità delle prove raccolte e compromettere l’intero iter processuale.
Il Collegio del Riesame, presieduto da Giovanni Pagliuca, ha ordinato la restituzione dei dispositivi elettronici a Sapone e, con una decisione parziale, anche a Spoto, restituendo chiavette USB, hard disk, personal computer e telefoni cellulari.
Tuttavia, per Spoto è stato confermato il decreto di sequestro documentale in altre sue specifiche aree di competenza, lasciando inalterata la restrizione all’accesso a determinati documenti.
Le motivazioni dettagliate dell’ordinanza di Riesame saranno pubblicate entro trenta giorni, offrendo un’analisi più approfondita dei vizi procedurali riscontrati e delle implicazioni per il prosseguimento delle indagini.
L’esito di questa decisione avrà ripercussioni significative sull’intera vicenda giudiziaria, potenzialmente influenzando le dinamiche investigative e le prospettive di eventuali azioni processuali future.




