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Brescia, storica svolta: una figlia riconosciuta da due mamme.

Un evento di profonda rilevanza giuridica e sociale si è concretizzato a Brescia, segnando una pietra miliare nell’evoluzione del diritto di famiglia italiano.
Per la prima volta nel territorio comunale, una madre ha formalmente riconosciuto la figlia nata all’interno di una coppia omogenitoriale, un atto reso possibile dalla recente sentenza della Corte Costituzionale, che ha aperto nuove prospettive per l’affermazione dei diritti delle famiglie diverse.

La piccola, prossima al primo compleanno, era già stata riconosciuta dalla madre biologica al momento della nascita.

Il gesto di riconoscimento formale da parte dell’altra madre, avvenuto nella suggestiva cornice della sala dei matrimoni del Broletto, simboleggia un passaggio cruciale verso la piena equiparazione delle famiglie omogenitoriali alle famiglie tradizionali.

L’atto, celebrato alla presenza di familiari e dell’avvocata Ippolita Sforza, testimonia un cambiamento culturale in atto, che progressivamente erode le barriere normative e sociali che finora hanno limitato l’accesso al riconoscimento legale per le coppie dello stesso sesso.

La sindaca di Brescia, Laura Castelletti, e l’assessora Anna Frattini, hanno espresso con forza il significato di questo atto, sottolineando come esso sia un passo avanti nella direzione di una società più inclusiva e rispettosa della diversità.

“Ogni famiglia, indipendentemente dalla sua composizione, ha il diritto inalienabile di essere riconosciuta e tutelata,” ha affermato Castelletti, evidenziando la centralità del principio di uguaglianza che permea l’ordinamento costituzionale.

La sentenza della Corte Costituzionale ha fornito il quadro normativo necessario per l’effettività di questo diritto, colmando una lacuna legislativa che aveva lasciato in una situazione di precarietà legale molte coppie omogenitoriali.
L’atto di riconoscimento da parte della madre non biologica non è semplicemente una formalità burocratica, ma un atto di affetto, responsabilità e riconoscimento legale della sua figura genitoriale nei confronti della bambina.

Questo primo riconoscimento a Brescia è destinato a non essere isolato.

L’avvocata Ippolita Sforza ha confermato che diverse altre coppie hanno già manifestato l’intenzione di seguire lo stesso percorso, dimostrando come la sentenza della Corte Costituzionale abbia generato un’onda di consapevolezza e di speranza per le famiglie omogenitoriali in tutta Italia.

L’evento rappresenta un’opportunità per riflettere sull’evoluzione del concetto di famiglia, che si allarga e si arricchisce di nuove forme e configurazioni, sempre con l’obiettivo di garantire il benessere e la protezione dei bambini, indipendentemente dall’orientamento sessuale dei loro genitori.

Si apre così un nuovo capitolo nel diritto di famiglia italiano, un capitolo che pone al centro i diritti fondamentali di ogni individuo e la centralità del principio di uguaglianza.

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