L’inchiesta in corso a Brescia, focalizzata sulla presunta manipolazione di atti giudiziari che vedrebbe coinvolto l’ex procuratore di Pavia, Mario Venditti, e il padre di Andrea Sempio – figura centrale nel caso dell’omicidio di Chiara Poggi – si arricchisce di un elemento investigativo significativo: l’acquisizione dei tabulati telefonici di tre ex carabinieri pavesi, un tempo parte della squadra di polizia giudiziaria che operava sotto la direzione di Venditti.
La richiesta, avanzata dal Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Milano, che collabora con la Guardia di Finanza bresciana, mira a ricostruire un quadro più chiaro delle dinamiche che hanno caratterizzato le indagini sull’omicidio di Chiara Poggi, avvenuto a Garlasco il 13 agosto 2007.
Le indagini si concentrano sull’ipotesi che Venditti, a fronte di una presunta compiacenza, abbia alterato il corso della giustizia per favorire un amico stretto di Marco Poggi, fratello della vittima.
Un pizzino ritrovato nella dimora di Giuseppe Sempio, recante la frase lapidaria “Venditti Gip archivia X 20, 30, euro cosa succede?”, rappresenta un tassello cruciale che avvia questa linea di indagine.
L’acquisizione dei tabulati telefonici, estesi a un arco temporale di sette anni, coinvolge gli ex carabinieri Silvio Sapone e Giuseppe Spoto, attualmente non indagati, e Antonio Scoppetta, già condannato nell’ambito dell’inchiesta “Clean 2” che ha scosso l’ambiente giudiziario pavese.
La procedura di acquisizione dei dati si avvale di un regime speciale di conservazione, previsto per reati di particolare gravità come l’omicidio premeditato, l’associazione a delinquere di stampo mafioso e il terrorismo, che consente di ricostruire la cronologia delle comunicazioni anche a distanza di anni.
L’obiettivo primario è chiarire alcune irregolarità riscontrate nelle modalità di notifica, nel 2017, della convocazione di Andrea Sempio in Procura, e in una generale opacità dei rapporti intercorrenti tra i soggetti coinvolti.
Le indagini si concentrano sull’accusa che Andrea Sempio, amico di lunga data di Marco Poggi, fosse a conoscenza, in anticipo, delle domande che gli sarebbero state poste durante l’interrogatorio.
Questa presunta pre-informazione solleva interrogativi significativi sulla possibilità di un’alterazione del processo investigativo e sulla potenziale compromissione dell’imparzialità della giustizia.
L’analisi dei tabulati telefonici si configura, quindi, come uno strumento cruciale per verificare la veridicità di queste ipotesi e per ricostruire, con maggiore precisione, la complessa rete di relazioni e dinamiche che hanno segnato uno dei casi giudiziari più controversi degli ultimi anni.
La speranza è che questa nuova fase dell’indagine possa portare alla luce la verità sulla morte di Chiara Poggi e chiarire le responsabilità di chi, eventualmente, ha cercato di ostacolare il corso della giustizia.








