La comunità bresciana è scossa da una tragedia che si dipana in due atti dolorosi, intrecciando il lutto per la perdita di un bambino e la scomparsa, in circostanze ancora oscure, di un uomo che si dedicava alla sua sicurezza. La Procura di Brescia ha avviato un’indagine complessa per istigazione al suicidio, una decisione che riflette la delicatezza e la gravità del contesto emotivo in cui si colloca la morte di Matteo Formenti, il bagnino trentasetteenne. La sua scomparsa, rinvenuta in un’area boschiva di Cologne, si aggiunge al lutto già generato dalla morte di Michael, il piccolo di quattro anni scomparso due giorni prima in una piscina di Castrezzato.L’inchiesta, definita dagli inquirenti come “atto dovuto” per consentire un’analisi forense approfondita attraverso l’autopsia, si pone l’obiettivo di ricostruire l’evoluzione degli eventi e di accertare se possano sussistere elementi che conducano a una responsabilità penale per istigazione. Questa ipotesi investigativa, pur nel rispetto della presunzione di innocenza, suggerisce che gli inquirenti non escludono la possibilità che il dramma vissuto dal bagnino possa essere stato esacerbato da pressioni esterne o da un contesto psicologico particolarmente vulnerabile.La vicenda solleva interrogativi profondi sul peso emotivo che grava sulle figure professionali che si dedicano alla sicurezza in ambienti a rischio, come piscine e strutture acquatiche. Il ruolo del bagnino non si limita alla prevenzione di incidenti, ma implica una responsabilità morale e sociale significativa, che lo espone a un carico psicologico intenso in caso di eventi tragici. La morte di Michael, un bambino innocente, ha inevitabilmente traumatizzato l’uomo, aggravando un eventuale stato di sofferenza preesistente.Il funerale del piccolo Michael, previsto per domani con cerimonia civile, rappresenta un momento di commiato e di partecipazione al dolore della sua famiglia. La comunità si stringe ai genitori e ai cari del bambino, condividendo il loro sgomento e offrendo sostegno in un momento di indicibile dolore. La vicenda, oltre al lutto immediato, lascia un segno profondo nella collettività, invitando a una riflessione più ampia sulla sicurezza, sulla salute mentale e sull’importanza del supporto psicologico per chi si trova ad affrontare situazioni di emergenza e di responsabilità. La Procura, nel suo lavoro investigativo, dovrà tenere conto di tutti gli elementi a disposizione, garantendo al contempo il rispetto della privacy e della dignità delle persone coinvolte in questa vicenda dolorosa.