La tragica vicenda che ha visto protagonista un bambino di quattro anni, deceduto all’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo dopo un ricovero di due giorni, ha scosso profondamente la comunità bresciana e oltre. La Procura della Repubblica di Brescia, guidata dal pubblico ministero Caty Bressanelli, ha immediatamente attivato la procedura per l’esecuzione dell’autopsia, una misura imprescindibile per accertare con la massima precisione le cause del decesso e ricostruire l’esatta dinamica degli eventi.Il dramma si è consumato in un parco acquatico di Brescia, un luogo pensato per il divertimento e la spensieratezza, che si è trasformato in teatro di un evento inatteso e doloroso. Secondo la ricostruzione iniziale, il bambino, privo delle competenze di nuoto, si è separato dal padre, che lo aveva temporaneamente perso di vista. Il ritrovamento, successivo, ha descritto una scena agghiacciante: il piccolo corpo galleggiante, immobile, privo di vita.La gravità delle condizioni cliniche, fin dal momento del soccorso, ha reso vano ogni tentativo di stabilizzazione. Il trasferimento d’urgenza all’ospedale di Bergamo ha rappresentato un tentativo disperato di fornire al piccolo le cure più avanzate, ma purtroppo senza esito. La morte, sopraggiunta dopo due giorni di intenso impegno medico, ha lasciato un vuoto incolmabile nella famiglia e ha riacceso il dibattito sulla sicurezza nei luoghi di svago, in particolare quelli dedicati all’infanzia.L’autopsia disposta dalla Procura non è solo un adempimento procedurale, ma anche un atto di responsabilità nei confronti della famiglia del bambino e della collettività. Si tratta di un’indagine scientifica complessa, volta a definire con certezza le cause del decesso, escludendo o confermando ipotesi come un possibile annegamento, complicato da fattori preesistenti o da condizioni ambientali particolari.La vicenda solleva interrogativi cruciali sulla supervisione dei minori in contesti a rischio, sulla necessità di una maggiore consapevolezza dei genitori riguardo alle competenze di nuoto dei propri figli e sull’importanza di una formazione specifica per il personale addetto alla sorveglianza in parchi acquatici e piscine pubbliche. Al di là della tragica conclusione, la morte del bambino rappresenta un monito per tutti, un invito a riflettere su come prevenire simili eventi, garantendo la sicurezza e la serenità dei bambini in ogni ambiente. La Procura, nel suo compito di ricerca della verità, si appoggerà sulle indagini dei Carabinieri, che stanno raccogliendo testimonianze e analizzando i filmati di videosorveglianza presenti nel parco acquatico per ricostruire l’esatta sequenza degli eventi che hanno portato a questa immane perdita.
Brescia, tragedia in un parco acquatico: bambino di 4 anni muore
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