lunedì 18 Agosto 2025
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Calusco d’Adda: Tentativo di suicidio sul ponte, salvato da carabinieri

Nella quieta cornice di Calusco d’Adda, una drammatica emergenza ha messo a dura prova la resilienza e la competenza delle forze dell’ordine.
Un giovane di 25 anni, residente nel comune bergamasco, ha espresso l’intenzione di compiere un gesto estremo dal ponte San Michele, un’imponente infrastruttura che sovrasta il fiume Adda, con una campata di 85 metri a collegare Calusco e Paderno d’Adda.

La chiamata al 112, diretta e disperata, ha immediatamente attivato un protocollo di intervento delicato e complesso.

L’operatore della centrale operativa dei carabinieri di Zogno, figura cruciale in questa situazione di crisi, ha dimostrato un acume e una capacità di gestione emotiva straordinarie.

Mantenendo una comunicazione continua e rassicurante con il giovane, ha agito come ancora di salvezza, rallentando il processo decisionale e guadagnando tempo prezioso per l’arrivo del supporto sul campo.

Questa capacità di “stabilizzazione verbale” è un elemento chiave nelle procedure di gestione del rischio suicidario, un’arte sottile che combina empatia e professionalità.
I carabinieri giunti sul posto si sono trovati di fronte una scena di profonda precarietà.
Il giovane era appollaiato sulla balaustra che delimita la linea ferroviaria sottostante la carreggiata, con le gambe sospese nel vuoto, una posizione che amplificava la fragilità e la vulnerabilità della situazione.

L’approccio è stato calibrato con estrema cautela: un movimento brusco, una parola sbagliata, avrebbero potuto compromettere l’esito dell’operazione.

Con un gesto di abilità e coraggio, i militari hanno superato la barriera protettiva, avvicinandosi lentamente al giovane in un atto di coraggio e attenzione meticolosa.

Sfruttando un momento di distrazione, l’hanno afferrato, procedendo con una manovra complessa e faticosa che richiedeva coordinazione e forza fisica.
L’uomo è stato quindi messo in sicurezza e affidato alle cure del personale del 118, che lo ha trasportato all’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo per ulteriori accertamenti e supporto psicologico.

Questo episodio tragico solleva interrogativi importanti sulla salute mentale, sulla necessità di servizi di supporto accessibili e sulla capacità di creare un sistema di intervento precoce per individui in stato di crisi.

Il gesto dei carabinieri, al di là della sua immediatezza salvifica, sottolinea il ruolo fondamentale delle forze dell’ordine non solo come garanti dell’ordine pubblico, ma anche come presidio di sicurezza umana e di supporto emotivo nella comunità.

La sua professionalità ha evitato una tragedia, lasciando spazio alla speranza di un percorso di recupero per il giovane in difficoltà.

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