Il futuro si rivela attraverso le esperienze vissute, e l’Istituto dei Ciechi di Milano, con i suoi 185 anni di storia, rappresenta un faro imprescindibile in questo percorso.
Lo ha sottolineato Mario Barbuto, presidente dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti, durante la recente celebrazione che ha commemorato questo significativo traguardo istituzionale.
L’evento ha segnato l’annuncio di un’importante novità per la città: Milano sarà una delle sedi scelte per l’implementazione delle innovative “Case della Luce”, un progetto nazionale che ambisce a ridefinire il concetto di autonomia e indipendenza per le persone con disabilità visive.
Queste non sono semplici strutture di supporto, bensì veri e propri ecosistemi progettati per favorire l’autodeterminazione.
Il progetto, frutto di una collaborazione sinergica tra l’UICI e il Ministero per le Disabilità, si estenderà per un arco temporale di trenta mesi e si propone di superare i modelli assistenziali tradizionali, incentivando la piena partecipazione delle persone cieche e ipovedenti alla vita sociale, economica e culturale.
La scelta di Milano come sede di una “Casa della Luce” testimonia il ruolo di avanguardia che la città gioca nel panorama italiano in termini di inclusione sociale e sperimentazione di soluzioni innovative.
L’Istituto dei Ciechi di Milano, con la sua consolidata esperienza e il suo impegno costante, sarà un partner fondamentale per la realizzazione di questo ambizioso progetto.
La collaborazione con il presidente Masto e il personale dell’Istituto si rivelerà cruciale per garantire il successo dell’iniziativa, continuando una tradizione di supporto concreto e reciproco che si è sedimentata nel tempo.
L’iniziativa “Case della Luce” si configura come un investimento strategico sul capitale umano, riconoscendo il potenziale inespresso che risiede nella comunità delle persone cieche e ipovedenti.
L’autonomia non è un’astrazione, ma la capacità di agire, scegliere e contribuire attivamente alla società.
Il progetto si pone l’obiettivo di fornire gli strumenti e le opportunità necessarie per coltivare questa capacità, abbattendo le barriere architettoniche, sensoriali e sociali che ancora limitano la piena realizzazione del potenziale di ogni individuo.
Milano, in questo contesto, non è solo una città ospitante, ma un vero e proprio laboratorio vivente, un terreno fertile per l’innovazione sociale e la sperimentazione di modelli inclusivi che possano essere replicati a livello nazionale e internazionale.




