L’annuncio, affisso in forma di accusa vibrante, risuona come un grido di disperazione: “Condannati per aver acquistato una casa”.
Un messaggio diretto, crudo, che esprime la frustrazione e l’impotenza di un Comitato di Famiglie sospese, intrappolato in una spirale di incertezza legale e immobiliare.
Questo gruppo, composto da migliaia di nuclei familiari milanesi, si ritrova escluso dalle proprie abitazioni a causa delle inchieste in corso sulla regolarità urbanistica dei complessi in cui hanno investito i propri risparmi.
Il problema non è recente.
Si contano ormai 475 giorni di stallo, un arco temporale durante il quale nessuna soluzione concreta è emersa per garantire la tutela di queste famiglie.
La vicenda, lungi dall’essere un caso isolato, si è ampliata con una rapidità allarmante.
Le recenti indagini sull’urbanistica hanno coinvolto ulteriori 150 famiglie legate ai progetti “The Syre” e “The Nest”, a cui si aggiungono i 67 nuclei di via Serlio, catapultati improvvisamente in una condizione di precarietà dopo aver letto sui media la perdita di certezza del loro diritto alla casa, per la quale stanno diligentemente onorando il mutuo.
La situazione, come sottolinea il portavoce del Comitato, Filippo Borsellino, trascina con sé conseguenze devastanti per l’intera città di Milano e, soprattutto, per le oltre 4.500 famiglie già sospese in questa limbo legale.
Si tratta di un impatto economico, sociale e psicologico di proporzioni significative, che mina la fiducia nel sistema immobiliare e nella giustizia stessa.
La vicenda non si limita alla mera questione edilizia; essa rivela una profonda fragilità del modello abitativo contemporaneo, dove l’acquisto di una casa, tradizionalmente simbolo di sicurezza e stabilità, si trasforma in una scommessa rischiosa, esposta alle incertezze di indagini complesse e procedimenti legali prolungati.
Il Comitato, consapevole della gravità della situazione e dell’urgenza di un intervento, ha deciso di intensificare la propria azione di sensibilizzazione.
Venerdì 7 novembre, dalle ore 12:30, organizzerà un presidio simbolico davanti al cantiere di Scalo House, attualmente sotto sequestro.
L’iniziativa si rivolge esplicitamente alla classe politica e ai magistrati coinvolti nella gestione della crisi, invitandoli a confrontarsi direttamente con le vittime, ad ascoltare le loro storie, a rendersi conto dell’impatto devastante di questa situazione.
Il presidio non è solo una manifestazione di protesta, ma un appello alla responsabilità, un tentativo di sollecitare soluzioni rapide ed efficaci per restituire a queste famiglie la serenità e il diritto di vivere nelle case che hanno legittimamente acquistato.
Si tratta di un monito per l’intera comunità, un invito a riflettere sul ruolo dell’edilizia, della giustizia e della tutela del diritto all’abitazione in una società in continua evoluzione.








