La seduta del Consiglio comunale di Cinisello Balsamo si è conclusa ieri in una drammatica escalation di tensione, sfociata in una sospensione e in un clima di profonda spaccatura.
Al centro della controversia, un ordine del giorno che proponeva l’intitolazione del palazzetto dello sport, attualmente dedicato alla figura di Salvador Allende, al celebre stilista Giorgio Armani.
La proposta, apparentemente innocua, ha però innescato una reazione veemente da parte di associazioni, cittadini e minoranze consiliari, non tanto per una reale avversione nei confronti di Armani, quanto per la percezione di una deliberata volontà amministrativa di riscrivere la memoria collettiva locale, attraverso la rimozione del nome di Allende.
L’episodio si colloca in un contesto storico più ampio, quello del complesso rapporto tra memoria pubblica e scelte politiche.
L’intitolazione di luoghi pubblici rappresenta un atto simbolico di grande importanza, capace di plasmare l’identità di una comunità e di trasmettere valori e ideali alle generazioni future.
La rimozione del nome di Allende, figura centrale nella storia del Cile e sostenitore dei valori democratici, appare a molti come un gesto provocatorio, un tentativo di cancellare un capitolo significativo del passato di Cinisello Balsamo.
La manifestazione di dissenso, culminata in una vera e propria “bagarre” che ha coinvolto sia il pubblico che i consiglieri comunali, testimonia la profonda sensibilità che l’argomento ha suscitato nella comunità.
Si è giunti al punto di assistere a comportamenti aggressivi da parte di alcuni esponenti politici, costringendo i colleghi a chiedere l’intervento della forza pubblica per riportare l’ordine.
L’accusa di “scagliarsi contro il pubblico” solleva interrogativi sulla condotta dei rappresentanti eletti e sulla loro capacità di gestire situazioni di conflitto con rispetto e dignità.
La richiesta di ritiro dell’ordine del giorno e il richiamo a un clima di maggiore distensione non sono solo un appello alla pacificazione, ma anche un monito a non strumentalizzare la memoria storica per fini politici.
Cinisello Balsamo, negli anni ’70, si è distinta per la sua solidarietà verso i profughi cileni, fuggiti dal regime di Pinochet, e per il suo impegno nella difesa dei diritti umani e dei valori democratici.
Cancellare il nome di Allende significa, in un certo senso, negare questo passato di impegno e di solidarietà, rischiano di ferire profondamente la sensibilità di chi ha vissuto quegli anni.
L’episodio solleva, infine, una riflessione più ampia sul ruolo dei Consigli comunali, non solo come organi di governo, ma anche come custodi della memoria collettiva e promotori del dialogo e della partecipazione democratica.
È necessario che i rappresentanti eletti ascoltino le voci della comunità, riconoscano il valore della diversità di opinioni e si impegnino a costruire un futuro basato sul rispetto della storia e sulla promozione dei valori condivisi.
La ripresa del dibattito, in un’atmosfera di maggiore apertura e rispetto, è fondamentale per superare le divisioni e concentrarsi sulle reali esigenze del territorio.







