martedì 5 Agosto 2025
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Milano

Confisca da 4,5 milioni a imprenditore per evasione fiscale

Nel contesto di un’azione di contrasto alle attività illecite che insidia il tessuto economico del Paese, i militari del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Milano hanno eseguito un significativo provvedimento di confisca patrimoniale nei confronti di Pierino Zanga, imprenditore residente nella provincia di Bergamo e precedentemente condannato per una vasta gamma di reati finanziari e tributari.
L’operazione, coordinata dalla Procura di Milano, ha portato alla sottrazione al patrimonio dell’imprenditore beni immobiliari, disponibilità finanziarie e partecipazioni societarie per un valore complessivo di circa 4,5 milioni di euro.

Il provvedimento, emesso dalla Sezione Autonoma Misure di Prevenzione del Tribunale di Milano, rappresenta il culmine di un’indagine complessa che ha svelato un articolato sistema di elusione fiscale e di occultamento di ricchezze, costruito attorno alla figura di Zanga.

L’imprenditore era già gravato da condanne definitive per reati di trasferimento fraudolento di beni, bancarotta fraudolenta, corruzione e diverse violazioni in materia tributaria.

Le indagini, protrattesi nel tempo, hanno permesso di ricostruire un quadro dettagliato delle attività finanziarie dell’imprenditore e dei suoi complici, individuando beni illecitamente acquisiti o trasferiti con l’intento di sottrarli all’azione della giustizia.

Tra i beni confiscati spicca una villa destinata all’organizzazione di eventi, sita nel comune di Trescore Balneario (Bergamo), che testimonia il tenore di vita alterato da attività criminali.

La confisca, resa definitiva a seguito di precedenti sequestri, costituisce un importante strumento di prevenzione della criminalità organizzata e di recupero di risorse illecitamente acquisite.

Questa azione si inserisce in un più ampio disegno strategico della Guardia di Finanza, volto a contrastare il riciclaggio di denaro sporco, a tutelare il mercato legale e a garantire l’equità fiscale.
Il provvedimento non solo priva l’imprenditore dei beni confiscati, ma invia un chiaro segnale di deterrenza nei confronti di chiunque intenda perseguire attività illegali a danno della collettività, rafforzando la fiducia dei cittadini nell’operatività dello Stato e nella sua capacità di proteggere il patrimonio nazionale.

Il recupero di tali risorse sarà destinato a fini sociali, contribuendo a finanziare iniziative di pubblica utilità e a ristabilire un equilibrio economico-finanziario compromesso da comportamenti fraudolenti.

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