martedì 16 Settembre 2025
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Corruzione a Milano: Palmeri a processo per lo stadio Meazza

Nel complesso scenario giudiziario che coinvolge figure di spicco della vita politica e imprenditoriale milanese, un caso di corruzione tra privati, derivante da un filone specifico di un’inchiesta più ampia che interseca il mondo degli ultrà del calcio e la gestione dello stadio Meazza, ha visto oggi una tappa significativa.

L’indagine, che ha portato a processo il consigliere comunale e regionale Manfredi Palmeri, figura centrale in questa vicenda, si presenta come un’analisi complessa di dinamiche illecite che intrecciano potere politico, gestione di infrastrutture sportive e interessi economici privati.
Accanto a Palmeri, Gherardo Zaccagni, imprenditore che ha già scelto il rito di patteggiamento, è un elemento cruciale per ricostruire la dinamica degli eventi.
L’imputato, assistito dall’avvocato Domenico Aiello, ha optato per il rito immediato, un percorso processuale che richiede la celebrazione del dibattimento in tempi brevi.
Questa scelta difensiva ha portato ad una serie di valutazioni da parte del collegio giudicante, presieduto da Giuseppe Cernuto, con l’accoglimento di alcune istanze presentate dalla difesa.

Il coinvolgimento di Palmeri, emerso nel settembre 2024 nel corso di un’operazione congiunta di Polizia e Guardia di Finanza coordinata dai pubblici ministeri Storari e Ombra, è legato alla sua posizione all’interno del consiglio direttivo della società concessionaria che gestisce lo stadio Meazza.

L’accusa sostiene che Palmeri, in cambio dell’affidamento della gestione dei parcheggi a Zaccagni e alla sua società KisseFly srl, in particolare per i concerti del 2024, avrebbe ricevuto un dipinto dell’artista cinese Liu Bolin, stimato intorno agli 11.000 euro.

Quest’opera d’arte, considerata un potenziale corpo del reato, è stata oggetto di una perizia in aula, esibita alle parti coinvolte e sottoposta a misurazione, dopo essere stata sottoposta a sequestro.

Un aspetto rilevante è stato la decisione del tribunale di escludere dal processo una serie di intercettazioni telefoniche, disposte originariamente per un altro reato, diverso da quello attualmente contestato a Palmeri.
Tale decisione sottolinea l’importanza della specificità del mandato di intercettazione e della sua pertinenza rispetto al reato in esame.

Parallelamente, il tribunale ha ammesso tra le prove documentali la sentenza di patteggiamento di Zaccagni, un elemento probatorio fondamentale per delineare le dinamiche illecite.
Tuttavia, le consulenze tecnico-giuridiche richieste dal pm per chiarire la natura giuridica della società che gestisce il parcheggio non sono state considerate ammissibili come prove.
Il processo, con una complessità che richiede tempo e approfondimento, è stato rinviato al 28 ottobre e successivamente al 4 novembre.
Il cambiamento di due membri su tre del collegio giudicante, dovuto al passaggio ad altre funzioni, segnala un nuovo inizio in questa fase cruciale del procedimento.

L’indagine non si limita a una questione di corruzione, ma solleva interrogativi più ampi sulla trasparenza nella gestione di infrastrutture pubbliche e sui potenziali conflitti di interesse che possono inficiare l’equità dei processi decisionali.

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