venerdì 15 Agosto 2025
33.2 C
Milano

Delpini: Superare l’angoscia, accogliere la speranza.

Nel tessuto complesso del nostro presente, segnato da un’eco incessante di sofferenza e incertezza, una voce si erge, invitando ad accogliere una prospettiva trasformativa.

L’arcivescovo di Milano, Mario Delpini, in occasione del pontificale dell’Assunzione, ha offerto un invito a superare la paralisi dell’angoscia, a dischiudere la porta a una luce che sembra offuscata, ma che persiste.

L’atmosfera di Ferragosto, tradizionalmente associata a riposo e leggerezza, rischia spesso di divenire una sterile evasione, una maschera dietro cui nascondere le inquietudini che permeano la nostra esistenza.

C’è chi, forse inconsciamente, anela a una sospensione del pensiero, a un’illusoria parentesi di contentezza, preferendo anestetizzare le ferite del reale.
Ma la vera essenza del messaggio cristiano, il cuore pulsante della fede, non si piega a queste resistenze.
La Resurrezione di Gesù non è un evento relegato al passato, un mero capitolo della storia.

È una forza vitale che irrompe nel presente, una promessa di redenzione che si offre a ogni individuo.
È un seme di speranza che germoglia anche nel terreno arido della disperazione, un antidoto potente all’amarezza e al pessimismo che rischiano di soffocare il nostro spirito.
L’arcivescovo Delpini, con acume pastorale, ha sottolineato la scelta individuale che ciascuno di noi è chiamato a compiere: ignorare questa offerta di luce, mantenendosi prigioniero di una falsa serenità, oppure accogliere la buona notizia, abbracciando la possibilità di una vita più piena, autentica e orientata verso il bene.

Non si tratta di un ottimismo ingenuo, di una negazione del dolore e delle difficoltà che inevitabilmente ci accompagnano.
Si tratta, piuttosto, di una scelta radicale: orientare il proprio cammino verso la pace, la riconciliazione, il perdono, riconoscendo in Cristo la via per superare le divisioni e le ferite che ci affliggono.
È un invito a vivere secondo i principi evangelici, a coltivare la compassione, la solidarietà, la giustizia, a testimoniare con le nostre azioni la presenza del Regno di Dio nel mondo.
Solo così potremo sperimentare la gioia profonda, quella che trascende le effimere soddisfazioni del presente e ci apre all’incontro con l’amore infinito di Dio.
La speranza, in definitiva, non è un sentimento passivo, ma un atto di fede che ci spinge ad agire, a costruire un futuro più luminoso per noi stessi e per l’umanità intera.

Author:

- pubblicità -
- pubblicità -
- pubblicità -
- pubblicità -