mercoledì 17 Settembre 2025
25.1 C
Milano

Don Nervo verso la beatificazione: avviata la causa a Padova.

Con un atto formale che segna l’inizio di un percorso spirituale e storico di profonda rilevanza, il vescovo di Padova, monsignor Claudio Cipolla, e la cancelliera vescovile, Sara Ruffato, hanno promulgato l’editto che avvia la causa di beatificazione e canonizzazione del sacerdote Giovanni Nervo (1918-2013).
La decisione, frutto di un sentimento diffuso e crescente all’interno della comunità ecclesiale e civile, testimonia il riconoscimento di una vita interamente dedicata al servizio del prossimo, alla giustizia sociale e alla testimonianza del Vangelo.
L’editto non nasce da un’iniziativa isolata, ma dall’eco persistente di un’eredità spirituale.

Come emerge chiaramente nel documento, negli anni successivi alla scomparsa di don Giovanni, la percezione di una santità intrinseca alla sua persona si è rafforzata e consolidata nel cuore di coloro che lo hanno conosciuto.

Questo sentimento di profonda stima e venerazione ha alimentato una crescente richiesta di riconoscimento formale, culminata nell’accordo tra la diocesi di Padova, Caritas Italiana e la Fondazione E.
Zancan, istituzioni che hanno sentito la responsabilità di promuovere la causa.
Il diacono Francesco Armenti è stato incaricato di guidare il processo, presentando la richiesta ufficiale alle autorità ecclesiastiche competenti.

Giovanni Nervo, nato il 13 dicembre 1918 a Casalpusterlengo, in provincia di Lodi, era figlio di una famiglia originaria di Solagna, in provincia di Vicenza, costretta a spostarsi a causa degli eventi traumatici della Prima Guerra Mondiale.
La sua vocazione lo ha condotto all’ordinazione sacerdotale nel 1941, segnando l’inizio di un ministero sacerdotale profondamente radicato nel territorio e animato da un’incrollabile fede.
La sua esperienza come assistente all’Istituto vescovile Barbarigo fu cruciale, e la sua partecipazione attiva alla Resistenza padovana, un periodo di grave difficoltà e sofferenza per la regione, testimonia il suo impegno a favore dei più deboli e perseguitati.
Il culmine del suo servizio, tuttavia, si raggiunse con la presidenza di Caritas Italiana (1971-1975) e la successiva vicepresidenza fino al 1986.

Durante questo periodo, don Giovanni si distinse per la sua visione innovativa e la sua capacità di mobilitare risorse a favore delle persone in difficoltà, promuovendo una cultura della solidarietà e dell’accoglienza.
La sua esperienza pastorale come parroco di Santa Sofia a Padova (1965-1969) ha lasciato un segno profondo nella comunità, testimoniando il suo amore per la Chiesa e il suo impegno per l’evangelizzazione.
Il 21 marzo 2013, a Sarmeola di Rubano, don Giovanni ha compiuto il suo viaggio terreno, lasciando un’eredità spirituale che continua a ispirare e ad illuminare il cammino di molti.
La causa di beatificazione rappresenta ora un’opportunità per riscoprire e approfondire la sua figura, per comprendere meglio il significato del suo messaggio e per trarre ispirazione per un impegno più autentico e generoso al servizio del prossimo.

- pubblicità -
- pubblicità -
- pubblicità -
- pubblicità -