Le recenti operazioni di dragaggio nel canale di Tromello, condotte a distanza di tempo dagli eventi che hanno scosso Garlasco, non hanno portato alla luce elementi utili per l’inchiesta sull’omicidio di Valentina Surian. La notizia, inizialmente diffusa da una fonte giornalistica in collegamento con la trasmissione televisiva “Ore 14 Sera” e successivamente confermata da canali investigativi, rivela una dinamica complessa e potenzialmente significativa.Secondo le ricostruzioni, gli attrezzi da scavo, ritrovati anni addietro all’interno della roggia e conservati da un abitante del luogo, sono stati messi a disposizione dei carabinieri proprio in vista del dragaggio del 14 maggio. Questa circostanza sottolinea come la collaborazione di privati cittadini, attraverso il passaparola e la comunicazione di informazioni, possa aver contribuito a indirizzare le ricerche.L’operaio egiziano, residente nelle immediate vicinanze del canale oggetto delle indagini, ha custodito gli attrezzi nel corso del tempo. La sua abitazione si è rivelata un punto cruciale durante le operazioni di recupero, suggerendo un possibile collegamento, seppur indiretto, con la storia del ritrovamento.Tuttavia, è fondamentale sottolineare che, al momento attuale, non sussistono prove concrete che colleghino gli attrezzi recuperati all’arma utilizzata per compiere il delitto. La loro presenza nel canale, a distanza di anni dall’omicidio, solleva interrogativi sulla loro origine e sul motivo per cui siano stati abbandonati in quel luogo. La presenza di strumenti da scavo potrebbe indicare un tentativo di occultamento di qualcosa di diverso dall’arma del delitto, o comunque suggerire una connessione più ampia con i fatti accaduti.Le indagini proseguono a ritmo serrato, con particolare attenzione alla figura dell’operaio egiziano e alla verifica delle sue dichiarazioni. L’episodio evidenzia la complessità delle indagini, che si basano non solo su prove materiali, ma anche sulla collaborazione di testimoni e sulla ricostruzione accurata di dinamiche locali, spesso segnate da silenzi e reticenze. La vicenda sottolinea inoltre come la memoria collettiva e il passaparola possano svolgere un ruolo significativo nella ricerca della verità, anche a distanza di anni.