Il mistero avvolge la scomparsa e la tragica scoperta di Erika Ferini Strambi, 53 anni, la cui esistenza si è interrotta in circostanze inquietanti nelle campagne tra Pantigliate e Peschiera Borromeo, in provincia di Milano.
La scomparsa, risalente alla notte tra il 5 e il 6 luglio, si è concretizzata in una morte che ha immediatamente acceso i riflettori su un’indagine complessa, aperta dalla Procura di Milano per omicidio volontario.
L’agricoltore che ha rinvenuto il corpo, a circa duecento metri dall’auto della donna, ha involontariamente svelato un quadro di eventi ancora oscuri.
La vettura, abbandonata in un fossato, costituisce un elemento cruciale nell’indagine, così come la disabilità della Ferini Strambi, che si spostava con l’ausilio di stampelle, rendendo l’accesso all’area in cui è stato ritrovato il corpo particolarmente arduo.
Il pubblico ministero Francesco De Tommasi, con il supporto del Nucleo Investigativo dei Carabinieri, coordina le indagini, in attesa della data degli esami autoptici che si preannunciano fondamentali per determinare le cause del decesso e ricostruire l’ordine degli eventi.
Le telecamere di sorveglianza hanno catturato le ultime immagini di Erika: un giro errante sulle strade provinciali, in direzione opposta a quella che l’avrebbe riportata a casa, a Milano, dopo una serata trascorsa in un bar-karaoke.
Un itinerario anomalo che alimenta interrogativi sulla sua libertà di movimento e sulle sue intenzioni.
La denuncia di scomparsa, presentata dal padre, ha innescato un’imponente macchina operativa.
L’assenza di effetti personali – borsa, documenti, cellulare – complica ulteriormente il quadro e suggerisce una possibile sottrazione forzata o un tentativo di cancellare tracce.
L’elemento più disturbante è rappresentato dagli slip sfilati e abbandonati accanto al corpo, un dettaglio che rafforza l’ipotesi di un incontro precedente alla morte, suggerendo un possibile aguzzino.
L’analisi del cellulare, spento dall’alba del 6 luglio e apparentemente ancorato a una singola cella, potrebbe fornire indizi cruciali.
La batteria esaurita, forse a seguito di un gesto deliberato per interrompere le comunicazioni, non esclude la possibilità che il dispositivo sia stato gettato per occultarlo, rendendo necessaria un’attenta ricerca del terminale.
L’indagine si concentra ora sulla ricostruzione dei movimenti della Ferini Strambi nelle ore precedenti la morte, sull’identificazione di eventuali testimoni e sull’analisi dei dati telefonici e delle immagini delle telecamere di sorveglianza, alla ricerca di un volto, un segnale, un dettaglio che possa svelare la verità dietro questo tragico epilogo.
La comunità è sconvolta e attende risposte, mentre le indagini proseguono a ritmo serrato, nel tentativo di fare luce su una vicenda intrisa di mistero e dolore.