martedì 29 Luglio 2025
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Erika Ferini Strambi: Indagini a fondo sulla tragica scomparsa

La scomparsa e la tragica scoperta del corpo di Erika Ferini Strambi, una professionista di 53 anni impiegata nel settore delle risorse umane presso Luxottica, sollevano interrogativi complessi e richiedono un’indagine autoptica approfondita per dirimere le zone d’ombra che ancora avvolgono la vicenda.
Il ritrovamento, avvenuto nelle campagne tra Peschiera Borromeo e Pantigliate, dopo dieci giorni di ricerche intense, ha inizialmente escluso evidenti segni di aggressione sul cadavere, ma non ha permesso di escludere completamente la possibilità di una morte per soffocamento o per stenti conseguenti a un’azione violenta, seppur non immediatamente evidente.
La presenza di una pietra insanguinata sul luogo del ritrovamento costituisce un elemento cruciale, potenzialmente indicativo di un’interazione fisica violenta, e merita un’analisi forense dettagliata per determinarne il ruolo nella dinamica degli eventi.
L’assenza di biancheria intima sul corpo di Erika Ferini Strambi rappresenta un’ulteriore anomalia che, in combinazione con l’insieme degli elementi raccolti, suggerisce la necessità di escludere con rigore qualsiasi forma di aggressione sessuale, attraverso l’esecuzione di esami specialistici e perizie accurate.

La scomparsa della borsetta e del cellulare della vittima, unita alla scoperta dell’autovettura in una situazione incongrua – abbandonata in un fossato a breve distanza dal corpo, con le portiere chiuse e le chiavi all’interno – alimenta l’ipotesi di un intervento esterno e di un tentativo di occultamento delle prove.

Le indagini, condotte dal Nucleo Investigativo dei Carabinieri sotto la direzione del Procuratore della Repubblica Francesco De Tommasi, hanno ricostruito la serata della scomparsa, collocando Erika Ferini Strambi in un locale karaoke a Segrate in compagnia di amici.
La successiva traiettoria della donna, dal locale al luogo del ritrovamento, rimane un elemento chiave da chiarire, così come le ragioni per cui si sia trovata in una zona isolata, raggiungibile a piedi nonostante le sue evidenti difficoltà di deambulazione, aggravate dalla necessità di utilizzare stampelle, rinvenute sul posto.

L’analisi delle telecamere di sorveglianza presenti nella zona, l’interrogatorio dei testimoni e la ricostruzione del percorso effettuato dalla vittima rappresentano passi fondamentali per svelare l’arcano che avvolge questa vicenda, al fine di accertare le responsabilità e fare piena luce sulle circostanze che hanno portato alla tragica conclusione.

La delicatezza del caso impone un approccio metodico e rigoroso, evitando qualsiasi forma di pregiudizio e ponendo al centro la ricerca della verità, nell’interesse della giustizia e per onorare la memoria della vittima.

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