Un’abitazione popolare, anonima e funzionale, trasformata in un sofisticato centro logistico per la produzione e la distribuzione di abbigliamento contraffatto, è stata smantellata dai militari del Gruppo Operativo Anti Contraffazione della Polizia Locale di Milano.
L’intervento, avvenuto in via Abbiati, in un complesso Aler nel cuore della città, rivela una ramificazione di attività illegali ben più complessa di un semplice caso di contraffazione.
La perquisizione ha portato al sequestro di circa quattromila capi d’abbigliamento, meticolosamente ordinati e catalogati, pronti per essere immessi sul mercato.
La quantità di cartellini, etichette e marchi falsificati rinvenuti – migliaia di esemplari – testimonia la cura e l’ingegno criminale impiegati per simulare l’autenticità dei prodotti.
L’appartamento, un modesto bilocale, fungeva da hub centrale, rifornendo numerose attività commerciali abusive sparse in tutta Milano, costituendo un nodo cruciale in una rete di distribuzione illegale.
All’interno dell’abitazione, condivisa da un uomo di origine senegalese di 47 anni, dalla moglie e dalla figlia minore, gli investigatori hanno scoperto un sistema organizzato.
L’uomo, ora al centro di un’indagine per contraffazione, introduzione di merci illecite nello Stato, commercio di prodotti contraffatti e ricettazione, era il fulcro dell’operazione, responsabile dell’assemblaggio e della commercializzazione dei capi contraffatti.
La dinamica suggerisce una catena di approvvigionamento strutturata, probabilmente con inserimenti di diversi livelli, che vanno dalla produzione dei falsi all’immissione nel mercato nero.
Il valore stimato della merce sequestrata, pari a circa ventimila euro, rappresenta solo la punta dell’iceberg di un fenomeno economico illecito che sottrae risorse al settore legale, danneggia l’immagine dei marchi originali e finanzia attività criminali.
La contraffazione, infatti, non è solo una violazione della proprietà intellettuale, ma un problema di sicurezza nazionale con ripercussioni sull’economia, sulla salute pubblica (considerando la scarsa qualità e i materiali utilizzati) e sulla fiducia dei consumatori.
Come sottolinea il comandante della Polizia Locale, Gianluca Mirabelli, “bloccare la commercializzazione di prodotti contraffatti è essenziale per contrastare filiere illecite che alimentano fenomeni di criminalità organizzata e che, al contempo, disincentivano l’etica del lavoro e la legalità nel commercio.
” L’impegno delle forze dell’ordine in questo settore è quindi un atto di tutela del bene comune, volto a garantire un mercato trasparente e a tutelare i diritti di proprietà.
L’azione dimostra la necessità di un approccio sinergico tra le istituzioni, le autorità di controllo e le imprese per combattere efficacemente un fenomeno complesso e in continua evoluzione, che richiede un costante aggiornamento delle strategie di prevenzione e repressione.