Il Palazzo di Giustizia di Milano ha fatto da cornice a un’udienza cruciale nel procedimento legale che coinvolge Chiara Ferragni, influencer e imprenditrice digitale, insieme ad altre due persone.
La seconda udienza preliminare, a porte chiuse, ha segnato un passo importante nel caso giudiziario scaturito dalle controversie legate al Pandoro “Pink Christmas” e alle uova di Pasqua a tema, accuse che vedono la Ferragni imputata per truffa aggravata.
L’influencer, accompagnata dai suoi avvocati, Giuseppe Iannaccone e Marcello Bana, ha scelto di presenziare all’udienza, una mossa che denota la volontà di affrontare la situazione con trasparenza, pur ribadendo la propria innocenza.
La presenza di Chiara Ferragni ha assunto un significato strategico: non solo per mostrare rispetto nei confronti delle istituzioni, ma anche per contribuire attivamente alla definizione del percorso processuale.
In particolare, l’influencer ha espresso la preferenza per il rito abbreviato, una scelta che potrebbe avere ripercussioni significative sulla durata del processo e sulla potenziale severità della sentenza.
L’udienza, svoltasi in un clima di massima riservatezza, ha visto il giudice Ilio Mannucci Pacini deliberare in merito alle richieste di ammissione in qualità di parti civili.
Questa decisione è fondamentale perché determina chi avrà il diritto di partecipare attivamente al processo, presentando prove e sostenendo le proprie ragioni.
L’ammissione di nuove parti civili potrebbe ampliare lo spettro delle accuse e complicare ulteriormente la posizione dell’imputata.
Il procedimento, nato dalle polemiche scatenate dalle campagne pubblicitarie in questione – campagne che hanno promesso beneficenza e donazioni a enti non profit, generando in seguito dubbi e accuse di pubblicità ingannevole – si preannuncia complesso.
Le accuse di truffa aggravata comportano un’elevata soglia di responsabilità e potenziali conseguenze legali di notevole impatto.
Si prevede che la sentenza definitiva arrivi nel corso del mese di gennaio, a seguito di ulteriori attività istruttorie e valutazioni da parte del giudice.
L’esito del processo non solo definirà la responsabilità legale di Chiara Ferragni, ma avrà anche ripercussioni significative sulla sua immagine pubblica e sulla reputazione del suo impero digitale, sollevando interrogativi fondamentali sull’etica della comunicazione, la trasparenza delle campagne di marketing e la responsabilità delle figure pubbliche nell’era dei social media.
Il caso, divenuto di dominio pubblico, rappresenta un campanello d’allarme per il mondo dell’influencer marketing e per il modo in cui le aziende gestiscono la percezione del pubblico e l’impegno sociale.








