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mercoledì 29 Ottobre 2025

Fiano zittito, un grido di allarme per la democrazia italiana.

L’episodio che ha visto protagonista Emanuele Fiano, impedito di esprimersi durante un convegno all’Università Ca’ Foscari, rappresenta una profonda crepa nel tessuto democratico italiano, un segnale allarmante di come il dibattito pubblico si stia avvelenando.

A dichiararlo è Luciano Belli Paci, erede della memoria di Liliana Segre e attivo esponente di Sinistra per Israele, un’organizzazione impegnata nella promozione di una soluzione pacifica al conflitto israelo-palestinese.

L’accaduto, lungi dall’essere un evento isolato, si inserisce in un contesto di crescente intolleranza e polarizzazione che impone una riflessione urgente.

Belli Paci sottolinea come la necessità di garantire misure di sicurezza rafforzate per le iniziative promosse da Sinistra per Israele, con la presenza costante delle forze dell’ordine da ormai due anni, testimoni la gravità della situazione.
Questa condizione, per quanto necessaria, evidenzia una deriva preoccupante, un clima di ostilità che stride con i valori fondanti della convivenza civile.

Il riferimento a uno “spirito della guerra da arruolamento”, persistente anche dopo la cessazione dei combattimenti, riflette una difficoltà nel superare le trappole ideologiche e la retorica bellicista che alimentano l’odio e la diffidenza.
Anche la figura materna, Liliana Segre, testimone diretta delle atrocità del nazifascismo, percepisce con acuta sensibilità questa pesantezza nell’aria.
L’assenza delle bandiere della pace dalle manifestazioni e la virulenza di alcuni slogan, come quello che equipara la pace al genocidio, denotano un’inversione di valori inquietante.
L’eredità di un impegno condiviso per il dialogo e il riconoscimento reciproco, che in passato caratterizzava il panorama politico, sembra ormai offuscata da un’ostilità che rende ogni confronto estremamente difficoltoso.

Belli Paci esprime una profonda preoccupazione per la mancanza di una risposta chiara e univoca da parte dei partiti di sinistra, sollecitata dalla progressiva degenerazione del dibattito pubblico.
Gli episodi di antisemitismo manifestato attraverso cartelli fuori dai negozi, le aggressioni ai senati accademici e le minacce di interruzione dei gemellaggi, come quello tra Milano e Tel Aviv, rappresentano una cesura con i principi fondamentali della civiltà.

È imperativo, secondo Belli Paci, promuovere una cultura del dialogo e del confronto, capace di smontare pregiudizi e stereotipi.

In questo senso, propone un’iniziativa simbolica: la commemorazione del trentennario dell’assassinio di Yitzhak Rabin, figura emblematica della ricerca della pace, quale occasione per celebrare i valori di giustizia, riconciliazione e convivenza, invitando le forze di sinistra a dissociarsi da qualsiasi forma di demonizzazione di Israele.
Questa proposta si pone come un invito a recuperare un’identità politica fondata sull’impegno per la pace e la difesa dei diritti umani, al di là di ogni strumentalizzazione ideologica.

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