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sabato 8 Novembre 2025

Fondazione Milano-Cortina: La Corte Costituzionale al centro dell’inchiesta

La questione giuridica sollevata dalla Giudice per le Indagini Preliminari (GIP) Patrizia Nobile a Milano, con riferimento al decreto governativo del 2024, poi convalidato in legge, si configura come un nodo cruciale nell’ambito di un’indagine complessa che coinvolge la Fondazione Milano-Cortina.
La GIP, accogliendo l’istanza della Procura, ha deferito alla Corte Costituzionale un’indagine preliminare che verte sulla qualificazione giuridica della Fondazione, essenziale per determinare l’ambito di applicazione del diritto e, di conseguenza, le modalità di controllo e responsabilità.

L’inchiesta milanese, sviluppatasi negli anni 2020 e 2021, ha portato alla luce presunte irregolarità nell’assegnazione di incarichi relativi a servizi digitali, con l’ipotesi di illeciti che coinvolgerebbero tangenti.
La Procura contesta la natura di ente di diritto privato attribuita alla Fondazione, sostenendo che si tratti, in realtà, di un ente di diritto pubblico.
Tale qualificazione, a suo dire, è stata deliberatamente mascherata dal decreto governativo in esame, creando un ostacolo alle indagini in corso.

La disputa non è meramente formale, ma investe la possibilità per la magistratura di esercitare i propri poteri di controllo e accertamento della legalità.
Un ente di diritto pubblico è soggetto a forme di controllo più stringenti e la sua attività può essere più facilmente soggetta a verifica da parte degli organi di vigilanza.

La decisione della Corte Costituzionale si preannuncia pertanto di rilevanza non trascurabile, con implicazioni potenziali che vanno al di là del singolo caso giudiziario.

L’eventuale dichiarazione di illegittimità costituzionale del decreto, o la sua interpretazione restrittiva, potrebbe riaprire la strada a una più ampia indagine e ridefinire la governance e la responsabilità della Fondazione.

L’assessore regionale Attilio Fontana, intervenendo sulla vicenda, ha espresso riserve nei confronti dell’azione della magistratura, definendo l’intervento dei giudici come un tentativo di destabilizzare un’organizzazione che, a suo dire, sta operando con successo e fornendo servizi di qualità.
Fontana confida in una decisione favorevole da parte della Corte Costituzionale e sottolinea come i comportamenti posti in essere durante la vigenza della legge contestata non possano dar luogo a contestazioni di rilevanza penale.

Il suo commento riflette una posizione di difesa dell’operato della Fondazione e di critica nei confronti delle indagini giudiziarie, sollevando interrogativi sulla trasparenza e l’imparzialità dell’azione della Procura.
La vicenda, pertanto, si configura come un conflitto tra l’esercizio della funzione giurisdizionale e la difesa di un’istituzione strategica per la regione Lombardia e il territorio nazionale.

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