Una frana di notevole entità ha colpito la Valmalenco, in provincia di Sondrio, interrompendo la cruciale via di comunicazione che conduce a Campo Franscia, nel comune di Lanzada.
L’evento, verificatosi questa mattina, ha visto il crollo di una porzione di versante che ha riversato sulla strada un ammasso di massi, tra cui un monolite di notevoli dimensioni, rendendo impraticabile il tratto in corrispondenza della località Tornadri.
La risposta alla calamità si è concretizzata con l’intervento coordinato di diverse componenti operative.
I Vigili del Fuoco, con una squadra proveniente dalla sede centrale di Sondrio, si sono uniti ai volontari del distaccamento di Chiesa in Valmalenco, affiancati da un funzionario tecnico incaricato di valutare la stabilità del versante e pianificare le operazioni di rimozione.
L’urgenza della situazione ha reso necessario l’impiego dell’elicottero Drago, proveniente dal reparto volo di Malpensa, Varese, per ricognizioni aeree e supporto logistico.
A ulteriore testimonianza della complessità dell’intervento, sono stati predisposti l’utilizzo di Sistemi Aeromobili a Pilotaggio Remoto (SAPR), altrimenti noti come droni, per un monitoraggio dettagliato e continuo dell’area colpita, cruciale per una valutazione accurata dei rischi e una pianificazione mirata delle azioni di soccorso e stabilizzazione.
La decisione di interrompere la circolazione sulla strada risale a venerdì 8 novembre, quando sensori di monitoraggio del versante hanno rilevato anomalie preallarmanti.
Questa precauzione, sebbene tempestiva, non è riuscita a prevenire del tutto l’evento.
L’isolamento delle frazioni a monte del punto franoso rappresenta la conseguenza più immediata e gravante, con implicazioni dirette per la popolazione residente e la necessità di garantire l’approvvigionamento di beni essenziali e l’assistenza sanitaria.
L’episodio sottolinea la crescente vulnerabilità del territorio alpino, esacerbata dai cambiamenti climatici e dalla complessità geomorfologica.
La frana non è solo un evento calamitoso, ma anche un campanello d’allarme che invita a una riflessione più ampia sulla gestione del rischio idrogeologico e sull’importanza di investimenti mirati alla prevenzione, al monitoraggio continuo dei versanti e all’adozione di misure di mitigazione efficaci.
La ricostruzione della viabilità e la stabilizzazione del versante richiederanno un impegno significativo e coordinato tra enti locali, istituzioni nazionali e comunità scientifica, con l’obiettivo di ripristinare la sicurezza e la connettività del territorio, garantendo al contempo la salvaguardia della vita umana e la tutela del patrimonio ambientale.








