Un’operazione dei Carabinieri di Bergamo ha portato alla luce un sofisticato schema di frode commerciale che ruotava attorno alla vendita di generatori di corrente elettrica contraffatti. Al centro dell’inchiesta, coordinato dalla Procura di Bergamo, vi è un 37enne di origine napoletana, gestore di un BeB a Casarile, alle porte di Milano, e indiziato di aver accumulato un ingente profitto attraverso l’inganno.L’attività investigativa è stata innescata da due denunce, presentate rispettivamente da un uomo di 55 e uno di 65 anni, che avevano acquistato i generatori, scoprendo poi che le specifiche tecniche dichiarate dal venditore erano completamente inesatte, traducendosi in prestazioni nettamente inferiori a quelle promesse. Questa discrepanza, evidente nell’uso pratico degli apparecchi, ha fatto scattare l’allarme e ha portato i militari a concentrare l’attenzione sull’uomo.L’ispezione del BeB, oltre che dell’abitazione del sospettato, ha rivelato un quadro preoccupante. In una valigia, sono stati rinvenuti 30.000 euro in contanti, una somma significativa che solleva interrogativi sulla provenienza dei fondi e sull’effettiva portata dell’attività fraudolenta. Un box, adibito presumibilmente a deposito, custodiva due generatori e una serie di documenti, la cui analisi è attualmente in corso per ricostruire l’intera filiera di vendita e individuare eventuali complici.Le accuse rivolte al 37enne sono di estrema gravità: introduzione e commercio di prodotti contraffatti recanti segni falsi, truffa aggravata e contraffazione del marchio CE, un simbolo che certifica la conformità dei prodotti alle normative europee in materia di sicurezza e qualità. La presenza del marchio falsificato aggrava ulteriormente la posizione dell’indagato, evidenziando un tentativo di mascherare l’origine illegale dei generatori e ingannare i consumatori.L’inchiesta si allarga ora a considerare ulteriori ipotesi di reato, come la frode nell’esercizio del commercio, che potrebbe coinvolgere l’utilizzo di società di comodo o prestanome per riciclare i proventi illeciti. L’attività investigativa si propone di ricostruire l’intera rete di relazioni e transazioni finanziarie che hanno sostenuto l’attività fraudolenta, al fine di individuare eventuali mandanti o collaboratori.Anche il proprietario del BeB è finito nel mirino delle forze dell’ordine, accusato di favoreggiamento e segnalato per la mancata registrazione dell’ospite nella struttura ricettiva. Questa omissione, oltre a costituire un illecito amministrativo, potrebbe aver contribuito a favorire l’attività illegale del 37enne, fornendogli una base operativa per la vendita dei generatori contraffatti. La vicenda solleva, quindi, interrogativi sulla responsabilità dei gestori di strutture ricettive nel controllo delle attività svolte all’interno dei loro locali.
Generatori Falsi: Truffa Commerciale Scoperta a Bergamo
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