martedì 19 Agosto 2025
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Milano

Glovo, sentenza storica: il Tribunale tutela i rider dal caldo

Il Tribunale del Lavoro di Milano ha emesso una sentenza di rilievo, confermando e ampliando un precedente provvedimento cautelare riguardante la tutela dei lavoratori di Glovo, operante attraverso la controllata Foodinho srl, dalle insidie rappresentate dalle ondate di calore.

La decisione sottolinea una crescente sensibilità verso le implicazioni per la salute e la sicurezza dei lavoratori in contesti lavorativi sempre più esposti a rischi ambientali.
La sentenza impone a Foodinho srl un ripensamento radicale delle pratiche gestionali relative alla sicurezza sul lavoro, trascendendo la mera conformità normativa.
In particolare, la società è tenuta a riaprire un dialogo costruttivo con il rappresentante dei lavoratori per la sicurezza di Palermo e Trapani, figura chiave per un’analisi puntuale e condivisa dei pericoli derivanti dalle temperature estreme.

Questo confronto non sarà un mero scambio di informazioni, ma un vero e proprio processo di consultazione preventiva, volto a considerare le molteplici variabili che influenzano la vulnerabilità dei singoli rider.
Queste variabili includono fattori demografici quali età, genere, condizione di maternità o gravidanza, origine geografica – che può influire sulla predisposizione fisiologica – e, crucialmente, la tipologia contrattuale, spesso caratterizzata da precarizzazione e minore potere contrattuale.

Un aspetto centrale della sentenza è l’obbligo di integrare il Documento di Valutazione dei Rischi (DVR) con una sezione dedicata ai rischi climatici, elevando così la consapevolezza aziendale sulla complessità del problema.
Questo documento dovrà non solo identificare i rischi, ma anche definire misure preventive e protettive mirate, basate su una valutazione approfondita delle condizioni di lavoro.

La tutela concreta dei rider passa attraverso un equipaggiamento protettivo specifico e standardizzato: cappelli con visiera, occhiali da sole con filtri UV, creme solari ad alta protezione, borracce termiche e sali minerali idrosolubili.

Questi strumenti, di per sé, non sono sufficienti, ma rappresentano un primo passo verso una protezione più efficace.

L’introduzione di un contributo economico di 0,30 euro per ogni consegna effettuata con temperature superiori a 25 gradi, al posto della soglia precedentemente fissata a 32 gradi, segna un’importante evoluzione.

Questa misura, pur limitata, mira a compensare, seppur parzialmente, lo sforzo aggiuntivo e i rischi connessi al lavoro in condizioni climatiche avverse, incentivando al contempo l’azienda a ridurre il carico di lavoro durante le ore più calde.

La riduzione della soglia testimonia una maggiore attenzione da parte del tribunale verso la salute dei lavoratori e una sua volontà di spingere l’azienda a adottare misure più proattive.

La vicenda legale, promossa dal rappresentante dei lavoratori per la sicurezza territoriale Riccardo Vittorio Marotta, supportato dall’avvocato Carlo De Marchis e dall’organizzazione sindacale Filcams Cgil, evidenzia il ruolo cruciale della rappresentanza sindacale nella difesa dei diritti dei lavoratori, soprattutto in contesti caratterizzati da nuove forme di lavoro e da una crescente esposizione a rischi ambientali.

La competenza del Tribunale di Milano, data la sede legale della società, sottolinea la necessità di un controllo capillare e uniforme delle pratiche aziendali, indipendentemente dalla localizzazione territoriale delle attività lavorative.

La sentenza si configura come un precedente significativo per la tutela dei lavoratori esposti a rischi climatici in altri settori e contesti lavorativi.

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