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Iguana Confiscata: Un Caso Apre Interrogativi sul Commercio Esotico

Il caso giudiziario conclusosi con la confisca di un esemplare di iguana adulta, al centro di un’indagine condotta dal nucleo CITES dei Carabinieri di Ponte Chiasso, solleva interrogativi cruciali sulla gestione e il controllo del commercio di specie esotiche, spesso legate a dinamiche di illegalità transnazionale.
L’episodio, inquadrato in un contesto più ampio di tutela della biodiversità e contrasto al traffico di fauna selvatica, ha portato il Tribunale di Como a emettere una sentenza severa, sanzionando l’illecita detenzione con una multa di 40.
000 euro.

La vicenda non si limita alla semplice sanzione pecuniaria, ma evidenzia una lacuna significativa nel sistema di tracciabilità e certificazione degli animali esotici detenuti privatamente.

L’assenza di documentazione comprovante l’origine legale dell’iguana – in particolare, la mancanza di registrazioni ufficiali, marcature conformi agli standard internazionali e attestazioni di nascita in cattività debitamente riconosciute – ha costituito la prova inconfutabile della sua detenzione illegale.
Queste certificazioni sono fondamentali per garantire che l’animale sia stato ottenuto in modo legale, rispettando le normative nazionali e internazionali che regolano il commercio di specie protette, spesso coinvolte in attività di bracconaggio e commercio illegale.

La confisca e l’affidamento dell’animale al Reparto Carabinieri per la Biodiversità di Punta Marina, Ravenna, rappresenta un atto di responsabilità volto a garantire il benessere dell’iguana e a fornire un esempio concreto di applicazione rigorosa della legge.
Il Reparto di Punta Marina, dotato di competenze specialistiche e strutture adeguate, sarà in grado di fornire all’animale cure appropriate e un ambiente protetto, in attesa di una decisione circa il suo futuro, che potrebbe includere il trasferimento in un centro di recupero o in un istituto zoologico.

L’evento si inserisce in un quadro di crescente preoccupazione per il commercio illegale di fauna selvatica, un mercato da miliardi di dollari che alimenta la criminalità organizzata, mette a rischio la sopravvivenza di specie in pericolo e contribuisce alla distruzione degli habitat naturali.
La Convenzione sul Commercio Internazionale delle Specie di Fauna e Flora Selvatica in Pericolo (CITES), che mira a garantire che il commercio di tali specie non minacci la loro sopravvivenza, necessita di un’applicazione più rigorosa e di una maggiore cooperazione internazionale per contrastare efficacemente questa piaga globale.

Il caso dell’iguana di Como, pur essendo un episodio specifico, riflette l’urgenza di rafforzare i controlli, promuovere la sensibilizzazione del pubblico e punire severamente i trasgressori per proteggere la ricchezza della biodiversità del nostro pianeta.

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