domenica 14 Settembre 2025
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Il Presente Inquieto: Riflessioni dalla Cultura Ebraica

L’epoca attuale trascende la semplice definizione di “difficoltà”.

Si addentra in un territorio emotivo e intellettuale che evoca smarrimento, un senso di irrealtà quasi onirico.
La percezione collettiva di questi tempi è intrisa di una sofferenza palpabile, come testimonia l’analisi acuta del Rabbino Capo di Milano, Rav Alfonso Arbib, durante la Giornata Europea della Cultura Ebraica.

L’imponderabile del presente ha generato interrogativi profondi, portando a una riflessione sulla stessa opportunità di celebrare eventi culturali in un contesto segnato da tali turbolenze.

L’osservazione critica del Rabbino Arbib sottolinea una tendenza all’approssimazione, una superficialità che impedisce di sondare le dinamiche sottostanti, le radici più profonde della crisi che ci assedia.
Questa mancanza di approfondimento rappresenta, a suo avviso, una sfida cruciale per la comprensione e la gestione del presente.
La Giornata Europea della Cultura Ebraica, lungi dall’essere una mera ricorrenza celebrativa, si configura quindi come un’occasione di introspezione e confronto.

Il Presidente della Comunità Ebraica di Milano, Walker Meghnagi, ne evidenzia l’importanza intrinseca: un luogo privilegiato per la condivisione di esperienze, opinioni e prospettive diverse.

Questo scambio intellettuale non è un lusso, ma una necessità impellente.
La cultura, intesa come patrimonio di conoscenze, valori e tradizioni, emerge come uno scudo protettivo contro l’antisemitismo, una malattia millenaria che si nutre dell’ignoranza e del pregiudizio.
Essa non è solo un antidoto, ma anche un percorso attivo di resilienza, un investimento nel futuro.

Attraverso il dialogo aperto, l’analisi critica e la promozione della comprensione reciproca, la cultura può contribuire a disinnescare le tensioni e a costruire ponti tra le comunità.

La celebrazione, quindi, diventa un atto di coraggio, un rifiuto di cedere alla paura e alla disperazione.

Un impegno a coltivare la luce della conoscenza per illuminare il cammino verso un futuro più giusto e pacifico, dove la memoria del passato sia guida per le generazioni a venire e la diversità sia riconosciuta come una ricchezza da custodire.
La cultura, in definitiva, si rivela essere il vero baluardo contro l’oscurantismo e la disumanizzazione.

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