Un drammatico incendio ha devastato ieri il monastero della Bernaga, situato nella frazione di Perego, appartenente al comune di La Valletta, in provincia di Lecco.
Il complesso monastico, testimonianza secolare di fede e spiritualità risalente al XVII secolo, è profondamente legato alla figura di Carlo Acutis, giovane beato che vi ricevette la Prima Comunione, e il cui percorso spirituale incrociò il luogo.
Le fiamme, con rapidità inaspettata, hanno rapidamente compromesso una parte significativa della struttura, alimentate, secondo le prime indagini, da un cortocircuito originatosi in una delle celle occupate dalle ventidue monache romite ambrosiane che ne fanno comunità.
L’incidente è accaduto mentre ventuno delle religiose erano riunite, intentate a seguire in diretta televisiva il momento di preghiera papale, un’occasione di raccoglimento interrotto da un evento improvviso e traumatico.
La tempestività dell’intervento dei vigili del fuoco, mobilitati da Lecco, Monza Brianza (con l’impiego di un’autoscale e un’autobotte per affrontare l’incendio in altezza) e Como (con un’autobotte), ha permesso di evacuare le monache in sicurezza, prevenendo ulteriori ferimenti.
Nonostante ciò, i danni materiali sono ingenti.
Il monastero custodiva al suo interno un patrimonio artistico e storico di inestimabile valore, tra cui dipinti di pregio, che ora versano in condizioni critiche a causa dell’incendio e dei danni d’acqua derivanti dalle operazioni di spegnimento.
La comunità monastica, profondamente scossa, ha trovato accoglienza e conforto presso le Piccole Apostole di Ponte Lambro, dove diciannove delle religiose sono state ospitate, mentre altre due si sono state ricoverate in una struttura vicina a Erba per assistenza e supporto.
La ricostruzione del monastero della Bernaga si preannuncia un’opera complessa, sia dal punto di vista strutturale che spirituale, un’occasione per riaffermare i valori di fede, resilienza e solidarietà che da sempre caratterizzano la comunità monastica e il territorio lecchese.
La vicenda pone, inoltre, interrogativi importanti sulla sicurezza degli edifici storici e sul rischio di cortocircuiti in strutture antiche, richiedendo una revisione delle misure preventive e degli interventi di manutenzione.