## L’illusione della salute: un’analisi delle abitudini alimentari degli italiani, con uno sguardo alla LombardiaUn’apparente contraddizione emerge dal recente studio “Le abitudini alimentari degli italiani e l’educazione alimentare”, realizzato dall’Osservatorio Metropolitano di Milano in collaborazione con Renato Mannheimer.
L’indagine, presentata in Regione Lombardia, svela un quadro complesso in cui la percezione di sé degli italiani, e in particolare dei lombardi, riguardo alla propria alimentazione appare significativamente distaccata dalla realtà clinica.
Il sondaggio, condotto su un campione eterogeneo di 3000 individui, con una rilevante quota di 509 residenti in Lombardia, rivela che una stragrande maggioranza – l’87% a livello nazionale, salendo al 90% tra i lombardi – si considera attenta alla salute.
Questa convinzione si traduce nella convinzione di seguire un’alimentazione equilibrata, che raggiunge il 57% tra i residenti lombardi.
Tuttavia, è proprio questa percezione di un’alimentazione virtuosa a sollevare interrogativi profondi sulla reale efficacia dell’educazione alimentare nel paese.
I dati raccolti mostrano una certa sensibilità verso concetti come la tracciabilità dei prodotti – con una forte adesione all’idea di prodotti senza conservanti (70%), a km 0 (69% a livello nazionale, 67% in Lombardia) e biologici (52% nazionale, 50% lombardo).
Si registra anche una tendenza, seppur non universalmente diffusa, a ridurre il consumo di proteine animali (27%) e a riscoprire le ricette tradizionali italiane (40%), con una prevalenza nella preparazione dei pasti in casa (59%).
Nonostante queste dichiarazioni d’intenti, i risultati degli esami clinici e i tassi di incidenza di patologie correlate all’alimentazione (obesità, diabete, malattie cardiovascolari) dipingono un ritratto meno idilliaco.
Si tratta di un divario preoccupante, che suggerisce una disconnessione tra le intenzioni e le azioni concrete.
Questo fenomeno potrebbe essere attribuito a diversi fattori, tra cui una scarsa comprensione dei principi nutrizionali di base, la difficoltà nell’applicazione di conoscenze teoriche a scelte alimentari quotidiane, la pressione di abitudini consolidate e l’influenza del marketing alimentare, spesso volto a promuovere prodotti poco salutari.
L’assessore alla Solidarietà Sociale Elena Lucchini ha sottolineato l’impegno della Regione Lombardia nella promozione del benessere alimentare, auspicando un percorso virtuoso che combini la consapevolezza con la conoscenza dell’origine e della qualità del cibo.
L’iniziativa regionale mira a sostenere i produttori locali e a educare i consumatori a fare scelte informate, ma la sfida rimane complessa.
L’indagine mette in luce la necessità di un ripensamento radicale delle strategie di educazione alimentare, che vadano oltre la mera informazione e coinvolgano attivamente i cittadini, promuovendo una cultura del cibo consapevole, basata su dati scientifici e orientata alla prevenzione delle malattie.
Un’educazione alimentare efficace deve essere un processo continuo, che coinvolga scuole, famiglie, professionisti sanitari e l’intera comunità, per colmare il divario tra percezione e realtà e promuovere un futuro più sano per tutti.








